Truffavano bar e ristoranti
Le vittime: «Mai pagati»

Decine di comaschi sono finiti - loro malgrado - nel delirio di assegni scoperti, cambiali buone solo per prendere appunti, giustificazioni valide per ogni stagione e innumerevoli «tranquillo, ti pagherò» ideato da Antonio e i suoi fratelli.

COMO Decine di comaschi sono finiti - loro malgrado - nel delirio di assegni scoperti, cambiali buone solo per prendere appunti, giustificazioni valide per ogni stagione e innumerevoli «tranquillo, ti pagherò» ideato da Antonio e i suoi fratelli.
Si è aperto in Tribunale, con la sfilata delle prime vittime, il processo a una banda accusata di aver truffato commercianti, rivenditori di moto, fornitori, affittuari e pure una farmacista. Alla sbarra Antonio Aiello, 43 anni di Fagnano Olona. È accusato di associazione a delinquere finalizzata alle truffe. Con lui, sotto processo, anche i fratelli Marco Gaetano, di Sumirago, e Nicola, di Dairago, oltre alla convivente Sabrina Bortoli, 44 anni di Busto Arsizio.
Ciò che emerge nella prima udienza a carico dei quattro imputati, che in meno di un anno tra il 2009 e il 2010 sono accusati di aver depredato tra Como, Alserio e Albavilla bar, ristoranti e pure un concessionario di moto, è la loro bravura nel far credere di essere vittime delle circostanze e l'abilità nel riuscire a gestire la pressione dei creditori.

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