'Ndrangheta, blitz contro i clan
Arresti anche nel Comasco

Nei guai il titolare di un'impresa edile del centro storico cittadino. Quindici gli arresti della guardia di finanza di Milano

COMO Controllava un'impresa di costruzioni con sede accanto alla Prefettura, l'uomo incaricato di inoculare il virus della 'ndrangheta in un'azienda milanese che vantava un giro d'affari da decine di milioni di euro.

L'antimafia torna a far risuonare i clac delle manette nel Comasco, dove operavano - secondo la dda di Milano e di Reggio Calabria - pedine cruciali sullo scacchiere degli interesse economici dei clan calabresi.

Quattro, in totale, gli arresti che hanno interessato persone che orbitavano nella nostra provincia.

Complessivamente la Guardia di finanza di Milano ha arrestato 15 affiliati e fiancheggiatori della 'Ndrangheta in Lombardia e sequestrato beni per 10 milioni di euro. Gli indagati, raggiunti da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip presso il Tribunale di Milano, Giuseppe Gennari, devono rispondere a vario titolo di trasferimento fraudolento di valori, estorsione aggravata, procurata inosservanza di pena.

Le indagini hanno consentito di accertare che alcuni degli arrestati, al fine di eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniali, avrebbero permesso e favorito, anche con violenza e minaccia, l'acquisizione, da parte di una nota famiglia della 'Ndrangheta di Rosarno, del controllo, attraverso numerose vicende societarie, di due imprese operanti a Milano e provincia.

Durissimo, nella sua ordinanza, il gip Gennari:  "La infiltrazione - scrive il giudice - è in qualche modo gradita in quanto i soci espressione della 'ndrangheta assicurano protezione e difesa all'azienda da attacchi esterni provenienti da altri gruppi criminali. Questa è la incredibile logica che porta l'imprenditore ad aprire le porte alla mafia".

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