Calciopoli, si costituisce Gecic
«In dogana non mi fermavano»

Un anno e mezzo di latitanza. Almir Gegic, 33 anni, non ce la faceva più, anche se «continuavo ad andare e venire dall'Italia, senza che nessuno mi fermasse». Così si è costituito.

COMO Un anno e mezzo di latitanza. Almir Gegic, 33 anni, non ce la faceva più, anche se «continuavo ad andare e venire dall'Italia, senza che nessuno mi fermasse». Così si è costituito. «E presto - assicura l'ex giocatore del Chiasso - anche Hristyan Ilievsky lo farà».

Gegic era uno degli "zingari" dell'inchiesta sul calcioscommesse, colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere, accusato di aver contribuito a truccare alcune partite di calcio. Ora è in carcere, a Cremona, da dove è partita l'inchiesta che aveva interessato a vario titolo anche Mauro Bressan e Alex Pedersoli, ex giocatori del Como. Inchiesta che, comunque, non aveva interessato alcuna partita del Como.

Il calciatore serbo, che ha giocato nel Chiasso, è accusato di essere una delle figure cardine del calcioscommesse, sull'asse che portava dalla cittadina ticinese a un appartamento di Como che Ilievsky, macedone, considerato il capo della banda, aveva preso in affitto da un tailandese residente a Cernobbio.

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