Schiaccianoci senza slanci
Nureyev era un'altra cosa

Al Teatro Sociale di Como una versione dignitosa, ma non esaltante, del classico di Ciaikovskij. Testo originale tagliato ma plausibile. Solo due momenti di alto livello nei balletti

COMO - "Lo schiaccianoci ", si sa è il balletto spettacolo natalizio per eccellenza: sicchè la platea e i palchi (quasi tutti) del Teatro Sociale, venerdì erano affolati di bimbi e di graziose  ballerinette in erba che hanno applaudito a più non posso.
La vicenda, ricavata da Marius Petipa da un racconto di E.T.A Hoffmann contiene tutti gli ingredienti delle favole: tra realtà e favola, sogno, gioco, divertimento, momenti  di paura  e l'immancabile il lieto fine.
Oggi si direbbe trattarsi di un racconto di formazione: si assiste, infatti, mentre la vicenda procede, alla trasformazione di Clara, la protagonista, da ingenua fanciulla a donna innamorata. Perciò si può affermare che "Lo schiaccianoci" vada ben al di là della "Bella addormentata" sia per modernità dell'assunto che per implicazioni di ordine psicologico-sentimentali. Tutto ciò gli assicurò interesse duraturo.
Lo stesso Drosselmeyer, metà mago, metà inventore, dopo aver  animato bambole meccaniche, si pone come personaggio guida nello svolgimento drammaturgico. Il Principe è l'uomo dei sogni e l'uomo del cuore: con lui Clara, come ogni ragazza, inventa la sua destinazione nella vita che sembra fatta apposta per incantare o forse per illudere...
La coreografia attribuita a Ivanov (assistente e allievo di Petipa) continua l'opera del maestro con belle invenzioni coreografiche. Per non parlare della musica di Ciaikovskij che scrive la più geniale partitura di balletto articolata con gusto e fantasia melodicamente e strumentalmente, paragonabile solo a quelle di autori posteriori (Stravinskij).
La versione che abbiamo vista venerdì, tra i tagli e le semplificazioni applicate già in precedenza, è stata opera di Valery Kovtun che si è adoperato di restituire una sua plausibilità al testo originale, tenendo conto del materiale umano a disposizione. Noi abbiamo avuto la netta sensazione di un lavoro assemblato per una compagnia di giro dove tutti gli interpreti possedevano il minimo indispensabile di asettica professionalità.
Insomma non abbiamo trovato né un nuovo Nureyev nè una nuova Markova. La Clara di Nadeja Ivanova, non più giovanissima, talvolta appariva affaticata. Il Principe di Alex Tarasova è stato un buon porteur. Graziosissima la coppia della danza cinese: Y. Ovchinnikova e E. Migununov. Notevole, nella danza spagnola, la prestazione di I. Kirilov.
Tutti gli altri interpreti dai genitori di Clara a Drosselmeyer a quelli delle danze di carattere si potrebbero classificare allo stesso livello di dignitosa dignità, senza slanci acrobatici. Il Russian Classical Ballet è diretto da Oksana Usacheva. Costumi di Elik Melikov.
Maria Terraneo Fonticoli

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