Export e foulard
rilanciano il tessile

L'esportazione è la chiave di volta. Lo dicono i numeri d'un settore, quello dell'industria serica comasca, che nel 2012 si è mosso bene.

COMO L'esportazione è la chiave di volta. Lo dicono i numeri d'un settore, quello dell'industria serica comasca, che nel 2012 si è mosso bene, chiudendo l'annualità con un fatturato complessivo in crescita del 5% a ratificare uno stato del comparto meno negativo di quel che possa sembrare all'apparenza.
A dirlo sono i «primi dati di preconsuntivo» diffusi ieri da Confindustria Como che, pur evidenziando la «presenza di una lieve flessione dei volumi venduti» (in calo del 3% stando alle prime stime), mettono in risalto un risultato economico che lascia ben sperare.
Come già registrato nel corso del 2011, il distretto comasco si colloca «al di sopra della media» della tessitura nazionale, segnale d'una propensione a guardare oltre le Alpi «che - evidenzia Gianluca Brenna, presidente del Gruppo filiera tessile di Confindustria Como - ha consentito alle realtà tessili della provincia di non tirare il freno nonostante le note difficoltà congiunturali».
«Fa premio, evidentemente, la forte specializzazione e la spiccata vocazione esportativa delle ditte seriche», commenta, riallacciandosi alle dichiarazioni del presidente di Confindustria Como, Francesco Verga che, soltanto pochi giorni fa, aveva citato proprio l'export come il principale canale da seguire per puntare al rilancio dell'economia comasca. A trainare l'ambito tessile è, senza dubbio, l'abbigliamento femminile.

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