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Venerdì 08 Febbraio 2013
Prigionieri in casa per il web
Como, dieci ragazzi in cura
Il fenomeno già conosciuto in Giappone arriva anche da noi: giovani che si isolano completamente dal mondo, soprattutto a causa di web e videogiochi
Il fenomeno nato in Giappone è giunto anche da noi, dietro a questo termine si nasconde la tragedia di chi rifiuta ogni contatto con l'esterno e si rinchiude nell'isolamento. Una psicosi sovente collegata alla dipendenza dal web e all'uso smodato del computer, come se la rete fosse l'unico interlocutore possibile.
Claudio Cetti, direttore del dipartimento di salute mentale Sant'Anna, segue il centro giovani e adolescenti e ha il polso delle psicosi tra i 14 e i 30 anni: «Sono disturbi complessi, stati d'ansia gravi, anzi gravissimi. Io qui a Como ho visitato una decina di pazienti, ma da noi ovviamente si presentano solo i casi divenuti già molto critici». I numeri sono in crescita ed è difficile monitorare il fenomeno: è arduo convincere chi soffre di questa patologia a recarsi dal medico.
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