Curriculum senza risposta
Grido di ogni età: inciviltà

Si accende il dibattito sul muro di silenzio che incontrano i ragazzi. Da una giovane olandese agli imprenditori, ecco le voci

COMO Bisogna trovare il tempo di rispondere ai ragazzi. Lo dicono i giovani, nel nostro dibattito sui curriculum snobbati, ma anche gli imprenditori.

Ieri avevamo iniziato l'inchiesta con le voci di due ragazze comasche,  Giulia Leoni e Donatella De Lellis. Le due giovani comasche raccontavano come da tempo inviassero curriculum, rispondendo ad annunci di lavoro, non ricevendo mai segnali, neppure un no. Un atteggiamento "bocciato" anche da alcuni imprenditori, a partire dal vicepresidente di Confindustria Graziano Brenna, che si occupa di giovani e formazione.

Oggi tra i commenti in rete si respira l'amarezza. E non è solo il modello elvetico a raccontare che un altro mondo è possibile. Parla Anniek Bakker, giovane olandese che ha scelto di vivere e lavorare a Como: «In Olanda ti rispondono - spiega -  E devono farlo perché se ad esempio uno è in cassa integrazione deve mandare tre curriculum la settimana». Dimostrare di essere in cerca di un posto, insomma, e le imprese sono coinvolte in questo circolo virtuoso.

«I ragazzi  hanno ragione. C'è una motivazione, si intende.  Ci vorrebbe una persona solo per rispondere ai curriculum. Noi di solito archiviamo e mettiamo in una cartelletta in attesa di poterli utilizzare» spiega l'imprenditore Valentino Carboncini.

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