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Martedì 19 Maggio 2009
La scure di Calderoli
su Villa Saporiti e Palazzo cernezzi
Se passa la riforma federalista consigli dimezzati
Azzerati circoscrizioni, Ato e cda della Spina Verde
Sono solo alcune delle anticipazioni del disegno di legge del ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli che dopo aver praticato “l’operazione scure” su migliaia di enti inutili, ora si appresta a riformare le autonomie locali, tagliando 1.612 enti definiti “dannosi” e se la bozza passa così com’è, oltre al Comune e alla Regione, il cittadino avrà, forse, solo un altro ente di riferimento sul territorio e cioè l’amministrazione provinciale, la quale dovrà comunque ridurre a otto i componenti di giunta. I piccoli Comuni, fino a 1.000 abitanti, non avranno neppure la giunta, ma solo un sindaco fac-totum ed è il caso di 48 Comuni su 162 in provincia di Como, salvo modifiche negli ultimi tre mesi.
Consigli di circoscrizione: l’esercito dei rappresentanti di quartiere a Como è preso ad emblema da Sergio Rizzo, giornalista del Corriere della Sera ed autore di libri di successo. «Calerà la tagliola anche sulla pletora dei consigli di circoscrizione – scrive Rizzo – sopravviveranno soltanto nelle città con più di 250.000 abitanti, una riforma già tentata dal Centro Sinistra, ma affossata nelle paludi della politica. E si capisce perchè. Il testo unico del 2000 sugli enti locali stabilisce che ci siano le circoscrizioni soltanto nelle città con più di 100.000 abitanti, lasciando però spiragli anche per chi ha appena 30.000 residenti. Il risultato è che una città come Asti, con 70.598 abitanti, ha 110 consiglieri circoscrizionali. A Como, 8.000 anime più di Asti, sono 144». Sulla funzionalità dei parlamentini di quartiere, presidenti e consiglieri hanno già detto più e più volte che è eccellente. Basterebbe solo che Palazzo Cernezzi desse più soldi e più ascolto alle istanze provenienti dal centro e dalla periferia...
Allo stesso modo, dagli Enti parco ai Bim, dalle Comunità Montane agli esecutivi comunali e provinciali, sono attese forti rivendicazioni di attività, iniziative e servizi che non sarebbe possibile neppure pensare senza un ente preposto, organizzato e dotato di idoneo consiglio rappresentativo e di idoneo bilancio.
Il progetto di Calderoli vorrebbe bandire ogni indugio: si proceda e subito, più si taglia e meno si spende, anche se qualcuno osserva che il rischio potrebbe consistere nel deficit di democrazia. Come è stato verificato in questi anni, più gente c’è e più fervono le idee, si realizzano opere, si sintetizzano opinioni e il conflitto s’è praticamente azzerato, compresi i conflitti di competenze, nei quali il cittadino, di solito, rimane con il cerino acceso in mano e la pratica inevasa. E sopratutto, chi ha servito per un po’ il proprio Comune o altro ente, è poi tornato sereno al proprio lavoro, non ha preteso incarichi di nessuna sorta per meriti politici, partitici, istituzionali, non ha parlato male di quelli che gli sono succeduti, non ha mai detto: «Dopo di me, il diluvio».
Pochi gli eletti, nel prossimo decennio. Non è ancora stato calcolato il beneficio sulla spesa pubblica. C’è chi parla di cinque milioni di euro l’anno, in provincia di Como.
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