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Giovedì 21 Maggio 2009
Tangenziale, partiti gli espropri
per la strada che non si fa
Via alle procedure anche sul secondo lotto, a rischio per i finanziamenti. Assemblea con più di 150 residenti ad Albate: «Non c’è chiarezza»
Sempre sul sito della Pedemontana, il 14 maggio, è stata pubblicata una nota riguardante i secondi lotti delle tangenziali di Como e Varese. Testualmente si legge: «Pur essendo previsti nella concessione di Autostrada Pedemontana Lombarda spa, i secondi lotti delle tangenziali di Como e di Varese ad oggi non risultano finanziati. Ciononostante, come per i lotti finanziati, Pedemontana Lombarda ha dovuto sviluppare il progetto definitivo e pubblicare il piano degli espropri. Tale piano diventerebbe efficace qualora venissero finanziati i secondi lotti delle tangenziali di Como e Varese». Il presidente del cda, Fabio Terragni, ha detto: «Solo con l’approvazione finale da parte del Cipe, prevista per l’estate, si potrà verificare se siano state reperite le ingenti risorse necessarie a finanziare i secondi lotti delle tangenziali di Varese e Como, che richiedono un contributo pubblico di non meno di 750 milioni di euro. Ad oggi non sono disponibili, quindi non è prevista la realizzazione». In pratica si espropria, ma senza la certezza che si realizzi l’opera. Un paradosso evidente, sottolineato a più riprese anche martedì sera ad Albate, nel corso dell’assemblea organizzata dal Pd per ascoltare la voce di chi subirà un esproprio e per cercare di fare chiarezza sulla vicenda. La questione era emersa anche in commissione territorio in Provincia di Como con più di una perplessità da parte dei consiglieri sia di maggioranza che di opposizione.
Proprio la carenza di informazioni è stata una delle lamentele espresse dai cittadini, che hanno gremito la sede della Circoscrizione 1 (almeno 150 i presenti): «Regna il caos – denuncia Eros Malinverno – Improvvisamente vogliono fare un nuovo tracciato e sembrerebbe una buona notizia, sempre che il progetto si riveli migliore dell’attuale…». La possibilità che, per risparmiare, si preveda un aumento dei tratti in trincea a scapito di quelli in galleria, ha il sapore di una beffa nella beffa: «Le modifiche potrebbero essere peggiorative, con viadotti o la strada a raso – dice Cinzia Lurati, responsabile del Comitato di cittadini sorto nel quartiere – Le alternative per evitare gli espropri ci sono, ma nessuno le prende in considerazione». I timori aumentano, le certezze scarseggiano. L’avvocato Mario Lavatelli, non a caso, è stato sommerso dalle domande: «Vogliamo spiegare alla gente quello che sta accadendo e come possono muoversi – commenta il capogruppo del Pd in consiglio comunale Luca Gaffuri – Anche se questo compito spetterebbe a chi amministra la città». Lavatelli ha fornito una serie di consigli: «Innanzitutto verificate i mappali negli uffici del Comune o del Pirellino, prestando attenzione ad eventuali errori. Presentate osservazioni anche se non siete tra gli espropriati e quantificate il danno, visto che la vostra casa perderà valore. Fotografate il più possibile, in modo da poter chiedere un risarcimento in caso di lesioni dovute al cantiere. Ricordo, infine, che gli espropriati hanno diritto all’85% del valore commerciale del terreno o dell’abitazione». Sull’eventualità di un nuovo tracciato, Gaffuri condivide le preoccupazioni: «Potrebbe rivelarsi ancora più devastante». Mentre il presidente della Commissione Urbanistica Mario Lucini (Pd) rimarca che «in vista della conferenza dei servizi, con la delibera del 13 maggio scorso la giunta ha dato parere favorevole al progetto definitivo, compreso il secondo lotto. Avremmo voluto che la questione passasse in consiglio».
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