Homepage / Como città
Giovedì 04 Giugno 2009
Scuola: 200 tagli,
sindacati dal prefetto
Numeri destinati a raddoppiare: mancano all’appello le medie. Polemiche sulle cattedre di 18 ore
«È stata espressa preoccupazione sia per la qualità dell’offerta formativa che sicuramente risulta dopo questi tagli ridimensionata, che per i maggiori vostri che le famiglie e gli enti locali dovranno sopportare a causa della riduzione di risorse», hanno scritto in un comunicato congiunto Flc Cgil, Cisl scuola e Uil scuola dopo l’incontro con Sante Frantellizzi. La delegazione sindacale comprendeva i segretari generali di Cgil e Cisl (Alessandro Tarpini e Fausto Tagliabue) e tutti i responsabili "di settore": Giacomo Licata (Cgil), Gerardo Larghi e Adria Bartolich (Cisl), Fabrizio Formica (Uil). I sindacati hanno ribadito come «la scelta di effettuare tagli operando esclusivamente sul rapporto numerico e il dato storico, cioè la presenza di realtà consolidate quali il tempo pieno, abbia penalizzato la nostra provincia sul quale sono stati operati i ridimensionamenti più consistenti della Lombardia, pur non essendo certamente un territorio dedito allo sperpero».
In numeri, la provincia di Como ha perso 120 cattedre alle elementari (5,9%, la percentuale più alta a livello regionale) e 79 alle superiori (addirittura 13 in più delle proiezioni della Cgil, che non avevano tenuto conto di un calo di alunni - ben 303 in meno dal 2008/2009 al 2009/2010 - più consistente nel Comaso che nel resto della Lombardia). E ancora mancano all’appello le medie, i cui organici saranno definiti a fine mese. Proprio su questo ordine è attesa la sforbiciata più consistente: «Abbiamo calcolato 179 docenti in meno - riferisce il segretario uscente della Flc-Cgil Giuseppe Granata, che ha elaborato le statistiche - a causa dei nuovi orari, che non consentono più soluzioni intemedie tra il tempo normale e quello prolungato, con la conseguenza che molte scuole del comasco scenderanno da da 34 o 32 ore a 30». Polemiche anche sull’obbligo tassativo di portare tutte le cattedre a 18 ore, perché oltre ad aver contribuito a ridurre il numero di posti, crea problemi di continuità didattica per materie come fisica negli scientifici o greco nei classici dove i docenti hanno 5 ore settimanali in ogni classe, con la conseguenza che in alcune situazioni dovranno alternarsi due prof diversi. Anche Angelo Cassani dello Snals si allinea alle proteste dei colleghi: «La preoccupazione forte soprattutto per la precarizzazione del lavoro e per il rischio che molti supplenti annuali non si vedranno confermato l’incarico. Basti pensare che alle ele,entari, dopo i pensionamenti, si riuscirà a fare solo 13 immissioni in ruolo, contro le 60-70 degli anni passati».
«È già quasi un miracolo avere avanzato per alcune cattedre la possibilitò teorica di nuove immissioni in ruolo - osserva il reggente dell’Ufficio scolastico provinciale Claudio Merletti -. Come Usp ci siamo impegnati a condividere con i sindacati i criteri di spalmatura dei tagli, che abbiamo sottoscritto unanimemente. Di questo possiamo occuparci, non dell’entità, che dipende dalla contrattazione regionale, stante che la partenza è la finanziaria, una legge del Parlamento».
© RIPRODUZIONE RISERVATA