
Oggi, alle 15, a Sant’Agata, si terranno i funerali di Valentina Musso, la ventunenne morta in un incidente stradale mercoledì scorso, a Pavia.
Qui pubblichiamo la lettera indirizzata ai genitori di Valentina dagli amici della ragazza
Cari Sere e Sebi,
«Tutto può succedere», sono state queste le ultime parole che Vale ha scritto, poche ore prima di andarsene. E di questo “tutto” che poteva succedere è accaduta la cosa più terribile, quella che il pensiero di noi ragazzi neanche prende in considerazione e che la mente di voi genitori cerca di sfuggire ogni volta che l’idea la sfiora. Il vuoto che Vale ha lasciato non potrà essere colmato con le nostre parole, ma c’è una cosa che possiamo fare ed è raccontare com’era lei. Raccontare affinché tutti possano sapere, per tutte le persone che non l’hanno conosciuta e forse anche per chi con lei ha vissuto. Insieme a lei abbiamo trascorso gli anni più spensierati, i più puri. Gli anni del liceo, quelli in cui i problemi hanno il volto di una delusione amorosa, di un brutto voto, del coprifuoco a mezzanotte anche se la festa è appena cominciata. Problemi ridicoli, se li osserviamo ora ma che sembravano insormontabili. Poi una sera squilla il telefono, parole confuse, parole assurde, lacrime, disperazione. E tutto cambia. Non saremo più gli stessi. Siamo cresciuti, il dolore ci sta temprando. C’è chi dice che quando si tocca così da vicino la morte, una morte così assurda e priva di giustificazioni, si perda la purezza dell’infanzia. Noi quella purezza l’abbiamo riposta mercoledì sera, con la morte nel cuore e mille domande. Domande a cui non c’è una risposta ma che sono necessarie per andare avanti. L’unica cosa che possiamo fare per lei, ora, è vivere intensamente, senza sprecare un solo istante. Vivere un po’ anche per lei insomma. Fare le cose che le piacevano, ridere, ballare, essere spensierati, ma anche studiare, impegnarsi per costruirsi una carriera, avere una famiglia. Come per ogni cosa però, c’è anche il rovescio della medaglia. Per noi è stato scoprire quanto siamo uniti, anche nel dolore, quanto è forte il legame che ci unisce. Abbiamo vissuto questi giorni come fratelli, piangendo l’uno sulla spalla dell’altro, stringendoci nel buio, incapaci di abbandonarci al sonno. Ci siamo tenuti la mano mentre guardavamo il corpo della nostra piccola e oggi pomeriggio saremo lì, accanto a voi, per darci forza l’un l’altro. Per cercare di continuare a vivere. Vi staremo vicini, certi del fatto che lei avrebbe fatto lo stesso per noi.
Maddalena, Bianca, Marco, Laura, Andrea, Martina, Giulia, Mattia, Federico
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