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Lunedì 20 Luglio 2009
Lago invaso dai tassisti abusivi
"Su quelle barche si rischia"
I noleggiatori ufficiali accusano: troppe violazioni e troppe connivenze. In aumento il numero di chi trasoprta turisti stranieri con la propria imbarcazione privata e senza licenza. E dire che servirebbero una patente pubblica e una polizza assicurativa...
Non solo alla stazione centrale di Milano o a Roma Termini: gli abusivi del taxi stanno anche nei posti più impensati, come il lago di Como. A denunciarlo sono i "tassisti" di lago autorizzati, i titolari di una regolare licenza di Servizio pubblico di banchina non di linea - come il popolare Tasell, per intenderci - che con l’obiettivo di arginare il fenomeno si sono consorziati decisi, da Gera a Como, a combattere i troppi abusivi. «Per fare il nostro lavoro - spiegano Luigi Conazzi, dell’omonimo "boat service" di Sala, e il suo collega di Menaggio Giancarlo Sperduti, titolare della Centrolago service - serve una patente nautica pubblica, una o più imbarcazioni adatte e dotate di tutti i sistemi di sicurezza previsti dalla legge, una licenza di noleggio con conducente e una polizza assicurativa che copra tutti i rischi per tutti i passeggeri». E invece? «E invece, oggi, moltissime imbarcazioni trasportano turisti sul lago senza alcuno di questi requisiti». La tipologia di abusivi è quanto di più eterogeneo si possa immaginare, raccontano i "regolari" che, tramite l’avvocato comasco Davide Bartulli, meditano un’azione legale a tutela della propria figura e del proprio lavoro di "barcaioli" professionisti: ci sono pensionati che arrotondano portando a spasso i turisti con la propria barchetta ma ci sono anche titolari di cantieri che, utilizzando imbarcazioni private di clienti, svolgono lo stesso servizio facendosi pagare profumatamente. I controlli? Ancora Conazzi: «Sul lago girano pilotine e imbarcazioni di servizio di carabinieri, finanza, polizia di Stato, polizia provinciale... Da qualche tempo è addirittura in servizio anche la guardia costiera ausiliaria. Ma - insistono Sperduti e Conazzi - non servono a molto, semplicemente perché i passeggeri trasportati dagli abusivi vengono istruiti prima dell’imbarco. Sanno che se qualcuno dovesse fare domande, loro devono rispondere dicendo di essere semplicemente amici».
Per evitare fregature - e soprattutto i rischi connessi alla mancanza di copertura assicurativa da parte dei privati che si improvvisano - è bene effettuare alcune verifiche. Le uniche imbarcazioni autorizzate a questo tipo di servizio hanno un numero di targa che si conclude con tre lettere: «Co», ad indicare Como, e «N», cioè noleggio con conducente. Attenzione alle barche senza targa e a quelle con una lettera «D» in fondo:sta per diporto, e non ha niente a che fare con il noleggio. «La differenza la fa la sicurezza», insistono i noleggiatori cercando di richiamare l’attenzione sia sulle loro capacità - sono dotati di una patente nautica pubblica - sia sulle dotazioni delle loro imbarcazioni. «È una guerra durissima», dice Conazzi che dopo una vita trascorsa sulle barche del lago si ritrova a dover combattere contro un nemico, dice lui, difficilissimo financo da individuare. Spesso a contattare gli abusivi sarebbero operatori turistici, dipendenti degli alberghi, camerieri, pericolosamente in bilico tra lecito e illecito: «L’esempio classico è quello dei motoscafi di lusso - aggiungono i noleggiatori - Arriva lo straniero che vuole il Riva Acquarama e, anziché rivolgersi a chi è titolare di una patente nautica pubblica come la nostra, contattano gli amici che procurano la barca. Il gioco è fatto in un attimo, naturalmente violando la legge». Sperduti e Conazzi condividono questa battaglia assieme ai colleghi Tasell, Bellagio water Taxis, Boat Service, Giacomo Galli & co, Non solo barche, Taxi boat service di Gilardoni e Verri, Taxi Boat Lecco e il bellagino Filippo Barindelli. Il problema è per tutti lo stesso: benché i danni per il circuito ufficiale siano molto seri, chi effettua servizio abusivo commette non un reato ma una semplice violazione amministrativa. E per scongiurare l’abusivismo servirebbero sanzioni più salate.
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