I maestri russi come Picasso
Mostra chiusa a quota 77mila

L’assessore Gaddi: «Problemi con le scuole, ci mancano 15mila visitatori». Ipotesi fondazione: «Stiamo studiando diversi modelli di gestione come deliberato dal consiglio comunale. Ma la nostra gestione diretta, tengo a sottolinearlo, ha fatto scuola»

Si è conclusa l’esperienza della sesta grande mostra di Villa Olmo dedicata a «Chagall, Kandinsky e Malevic. Maestri dell’avanguardia russa». A coronarne il successo non ci sono stati i fuochi d’artificio, che la giunta di Palazzo Cernezzi ha deciso per quest’anno di abolire a causa delle difficoltà economiche, ma sono comunque bastati i dati sulle affluenze: dal 3 aprile a ieri la mostra ha totalizzato oltre 77mila visitatori. Dato, questo, che ne fa la terza rassegna di Villa Olmo a pari merito con Picasso che nel 2005 totalizzò la stessa quota di tagliandi. La più visitata in assoluto fu Magritte nel 2006 con 120mila persone; secondo posto per Klimt e Shiele nel 2008; 75mila ingressi per Impressionisti nel 2007 e 74mila per Mirò nel 2004. Ma il successo degli artisti russi poteva essere ben superiore. Secondo l’assessore-curatore Sergio Gaddi, la mostra ha fatto le spese dei ritardi con cui il consiglio comunale ha dato il via libera al finanziamento dell’evento. In aula, infatti, tra gennaio e febbraio, c’è stato un aspro confronto all’interno della maggioranza per decidere quanti soldi stanziare per l’organizzazione dell’esposizione. A conti fatti, Gaddi e il suo staff hanno avuto circa un mese soltanto per preparare il tutto per l’inaugurazione del 3 aprile.
«A causa dei ritardi con cui è stato dato via libera alla mostra - ha commentato Gaddi - molte scuole non hanno fatto in tempo a pianificare le visite guidate di gruppi. La stima dei visitatori mancati a causa di questo motivo è di circa 15mila». Ma quel che è fatto è fatto. L’importante è che si possa continuare a guardare al futuro. E la riuscita dell’ennesima rassegna è di sicuro una grande stimolo per pensare già alla prossima. Munch e Dalì sono il sogno nel cassetto dell’assessore alla Cultura Gaddi, ma come lui stesso ci ha abituato nelle scorse edizioni, il soggetto (o i soggetti) protagonista di ogni mostra viene sempre rivelato all’ultimo momento e di solito stravolge ogni pronostico e indiscrezione. Dunque, bilancio più che positivo per l’edizione 2009: «La mostra è stata un successo pieno e incondizionato da tutti i punti di vista un successo che tra l’altro diventa ancora più ragguardevole se si considera le condizioni e il tempo che abbiamo avuto per organizzarla. Ha vinto la voglia di osare. La sperimentazione si chiama, in questo caso, era Filonov, un artista totalmente sconosciuto in Italia. Una scommessa vera e propria, che è stata vinta al cento per cento. I giudizi più lusinghieri del pubblico infatti sono stati per Filonov».  Ora, però, si imporrà un’altra riflessione che non mancherà di essere oggetto di confronto in consiglio comunale. Secondo un emendamento approvato a febbraio la gestione delle mostre di Villa Olmo dovrà essere affidata a una fondazione o altro ente. «In sei anni nnon c’è mai stato bisogno di una fondazione - ha concluso Gaddi - ma sto comunque studiando diversi modelli di gestione così come deliberato dal consiglio. Ma la nostra gestione diretta, tengo a sottolinearlo, ha fatto scuola».
Dario Alemanno

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