Paura da influenza suina,
sono pronti 140 mila vaccini

Influenza A, Sant’Anna e Valduce prevedono da ottobre un boom di accessi al pronto soccorso e puntano a vaccinare tutti i dipendenti. I medici di famiglia e quelli dell’Asl si occuperanno di somministrare il vaccino alle categorie individuate dal ministero della Salute

COMO - Non hanno l’elmetto in testa, ma a Como i pediatri, i medici di base e gli ospedalieri si stanno preparando alla battaglia. L’avversario è il virus Ah1n1, un nemico aggressivo e velocissimo anche se, per fortuna, raramente letale. Sant’Anna e Valduce prevedono, soprattutto da ottobre in avanti, un boom di accessi al pronto soccorso e puntano a vaccinare tutti i dipendenti. I medici di famiglia e quelli dell’Asl, invece, si occuperanno di somministrare il vaccino contro l’influenza A alle categorie individuate dal ministero della Salute: il 15 novembre dovrebbe partire la campagna riservata a soggetti con patologie croniche gravi, personale dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine, lavoratori che garantiscono i servizi essenziali (acqua, energia, telecomunicazioni, rifiuti) e personale sanitario.

A fine gennaio, invece, saranno pronte nuove dosi per la popolazione di età compresa tra 2 e 27 anni, fascia che risulta finora la più colpita dall’infezione. Queste prime due ondate di vaccinazioni coinvolgeranno, in provincia di Como, almeno 140mila persone (il vaccino, è bene ricordarlo, non sarà venduto in farmacia). Le modalità operative e logistiche non sono ancora note, ma dovranno essere studiate nei minimi dettagli visto che la campagna vaccinale andrà ad aggiungersi a quella contro la classica influenza stagionale, al via in ottobre. Per dottori e infermieri, insomma, sarà un autunno di straordinari, come conferma la direttrice sanitaria del Sant’Anna, Laura Chiappa: «Con il nostro medico del lavoro stiamo già approntando il piano per vaccinare i dipendenti - dice - Per i prossimi mesi prevediamo situazioni abbastanza acute in pronto soccorso e nei reparti di Medicina e Geriatria, più per le complicazioni che per l’influenza in sé. Il virus, infatti, al momento si caratterizza per l’elevata capacità di diffusione ma non crea gravi problemi a chi non rientra nelle categorie a rischio.

Di fatto è meno aggressivo rispetto alla normale influenza, tanto che oggi i casi si curano con normali antipiretici e non c’è assolutamente bisogno di rivolgersi all’ospedale. Se il virus muterà, invece, la situazione potrebbe cambiare radicalmente. Al momento - prosegue -, i cittadini che accusino sintomi influenzali devono contattare il medico di famiglia, che deciderà se curare a casa il paziente o disporre approfondimenti in ospedale». Il rischio, in questi casi, è quello di una psicosi collettiva: «Finora non è scattata, ma temiamo che possa accadere - spiega Laura Chiappa - Il virus, d’altra parte, si trasmette con una velocità che lo rende ingestibile, quindi il numero di persone colpite sarà molto alto. Tuttavia, è bene ripeterlo ancora, si prevede un tasso di mortalità più basso rispetto a quello connesso all’influenza stagionale». Invita a evitare allarmismi il direttore sanitario del Valduce, Alessandro Rampa: «L’influenza A sarà meno aggressiva di quella stagionale, il nostro Paese ha i mezzi e le capacità per affrontare questa situazione - dice - Anche noi vaccineremo tutto il personale non appena saranno pronte le dosi».
Michele Sada

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