Homepage / Como città
Sabato 05 Settembre 2009
L'amore della figlia del duce
tra i cult Harstad e Giordano
Parolario ha proposto i temi più diversi che non hanno mancato di appassionare un pubblico ormai più che affezionato. Tra gli ospiti importanti, nel foyer del Teatro Sociale, l’assessore regionale Massimo Zanello, accompagnato dal consigliere comasco Edgardo Arosio, che ha presentato la legge regionale n. 27 sulla «Valorizzazione del patrimonio culturale immateriale»
Tra gli ospiti importanti della giornata, nel foyer del Teatro Sociale l’assessore regionale alle culture, identità e autonomie Massimo Zanello, accompagnato dal consigliere comasco Edgardo Arosio, che ha presentato la legge regionale n. 27, un’asettica sigla che indica un grande progetto riguardo la «Valorizzazione del patrimonio culturale immateriale». Questa legge, ispirandosi alla Convenzione Unesco, si propone come strumento concreto di intervento per diffondere buone pratiche e metodologie scientifiche per la raccolta, la gestione, l’inventario e la valorizzazione dei beni, attraverso l’Archivio di etnografia e storia sociale.
Il pomeriggio si è aperto con un esordiente, Roberto Zaretti, che con Holzomono ha realizzato un romanzo storico ambientato nella seconda metà del Cinquecento: un mistero tra realtà e fiction, un intreccio avvincente e inatteso da parte di un autore che, nella vita, è invece il fondatore della Edit, una casa editrice di asettici manuali tecnici.
Marcello Sorgi, giornalista, già direttore del Tg1 e de «La Stampa», con «Edda Ciano e il comunista, L’inconfessabile passione della figlia del duce» ha voluto raccontare una pagina poco nota della nostra storia, la passione dell’irrequieta figlia prediletta del duce e un partigiano antifascista fino al midollo. L’editore comasco Gerardo Monizza ha saputo ben inquadrare gli aspetti più interessanti di questa vicenda rimasta, per tanti anni, sepolta per essere dimenticata.
E di storia ha parlato anche Beppe Puntello, siciliano come Sorgi e comasco d’adozione che, con «Uomini di onore», ha affrontato un passaggio cruciale per l’isola, quello dalla casta di galantuomini che gestivano il potere alla mafia, composta, invece, da “uomini senza onore”.
Ed ecco, giusto all’ora dell’aperitivo questi due ragazzi: Harstad, norvegese, ha trent’anni e «Che ne è stato di te, Buzz Aldrin?», tradotto in dieci lingue, già opzionato per il cinema (e solo quando sarà realizzato il film, nel 2011, il romanzo verrà proposto al pubblico di lingua inglese, contorte strade del marketing), intervistato da Paolo Giordano, torinese, classe 1982 e già vincitore di un Campiello per l’opera prima e di uno Strega per il suo «La solitudine dei numeri primi»: esperienze di scrittura a confronto per un dibattito che ha appassionato quelli che si potrebbero definire “fan” di entrambi, con tanti Under 30 sotto al tendone di piazza Cavour che, in serata, ha tentato di trasformarsi in un’astronave e spiccare il volo, come Aldrin, prima con l’astronauta italiano Umberto Guidoni e lo scienziato Giovanni Bignami, poi con la fantascienza epica del «2001» di Kubrick dissezionato enciclopedicamente da Giuseppe Lippi, curatore dello storico mensile «Urania».
Da segnalare oggi la defezione, per gravi motivi familiari, del filosofo Simone Pollo. Alle 19 verrà quindi presentata, a trent’anni dalla scomparsa dell’artista, la biografia «Demetrio Stratos. Gioia e rivoluzione di una voce» del giornalista canturino Antonio Oleari.
Alessio Brunialti
© RIPRODUZIONE RISERVATA