Ibs, enti pubblici e artigiani
Ecco chi ha perso i risparmi

Tra i clienti della finanziaria comasca scomparsa nel nulla anche la Regione Puglia e la Provincia di Palermo. Spariti almeno 50 milioni di euro. L'indagine affidata al pm Astori

Como - Enti pubblici, associazioni di artigiani, singoli cittadini ma anche promotori finanziari pronti a unirsi alla carovana dei latori di denunce che in queste ore bussano in Procura. È lungo ed eterogeneo l’elenco dei creditori di Ibs Forex, la società finanziaria misteriosamente scomparsa dalla sede di piazza Grimoldi con i soldi di quanti, negli ultimi mesi, avevano creduto in un investimento sicuro nel cosiddetto Forex, il mercato valutario. L’elenco comprende a quanto pare l’amministrazione provinciale di Palermo, la Regione Puglia, alcuni Comuni della provincia di Monza e Milano, ma anche soci dell’Associazione provinciale artigiani di Venezia e un gruppo di promoter finanziari padovani.

In assenze di conferme anche sugli importi investiti (si parla comunque di circa 50 milioni di euro), le uniche conferme arrivano dai dissidi interni al consiglio di amministrazione e agli azionisti di questa società per azioni iscritta in Camera di commercio, a Como, dall’agosto del 2005. Un esposto, sul caso, è stato inoltrato dall’avvocato beneventano Lucio Russo, incaricato nientemeno che dal socio di maggioranza della spa, il quarantenne Sandro Tiso che, pur non ricoprendo cariche in seno al Consiglio di amministrazione, della spa restava comunque direttore generale. Al 21 d’agosto, Russo scrive per conto di Tiso al presunto responsabile dell’area trading / negoziazione. Gli riferisce di avere saputo «di gravissime e pesantissime perdite verificatesi sul patrimonio della clientela gestito dall’azienda che apparirebbero esclusivamente causate e determinate dall’imprudente e sconsiderata gestione dell’area (...) da Lei esclusivamente ed autonomamente controllata, peraltro in evidente e palese violazione dei criteri di prudenza e sana gestione delle risorse finanziarie, nel primario interesse degli investitori clienti».

Il "bubbone" sarebbe esploso in azienda dopo che l’amministrazione provinciale di Palermo aveva inutilmente tentato, a inizio agosto, di liberare somme investite con Ibs sul Forex, peraltro senza riuscirci poiché si trattava di soldi già "bruciati" a margine di una serie di speculazioni clamorosamente sbagliate.
Il caso tiene banco anche sui forum finanziari, l’indagine comasca è stata affidata ieri al pm Massimo Astori.

© RIPRODUZIONE RISERVATA