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Martedì 15 Settembre 2009
«Io, nella lista Pessina
ma non sono un evasore»
Una lista di evasori o l’interminabile ed eterogeneo elenco messo assieme da un uomo così meticoloso da registrare anche semplici contatti? È la domanda cui cercano di rispondere gli uomini delle fiamme gialle milanesi, che indagano sul file segreto dell’avvocato di Chiasso Fabrizio Pessina, arrestato (e poi scarcerato dopo alcuni mesi) nel febbraio scorso all’aeroporto di Malpensa con l’accusa di riciclaggio
Nell’elenco - pubblicato domenica dal quotidiano Libero - compaiono anche 26 comaschi. Molti di loro, dopo aver letto il proprio nome sul giornale, hanno preso le distanze dal sospetto di evasione fiscale. È il caso di Cesare Valsangiacomo, importante imprenditore vinicolo di Chiasso, milanese d’origine ma con cittadinanza Svizzera e domiciliato a Como: «L’ultimo contatto che io ho avuto con l’avvocato Pessina è stato dieci anni fa. E vuole sapere per cosa? Per sistemare un’ipoteca con una banca. Altro che furbetto del conto: io sono proprietario di beni in Italia, ho sempre pagato le tasse in Italia e non ho mai avuto problemi con il fisco italiano».
Come Valsangiacomo altri - in modo però indiretto - avrebbero preso le distanze dall’assioma: lista Pessina uguale evasori fiscali.
A parte l’imprenditore di Chiasso, nessuno altro parla ufficialmente, ma la pubblicazione dei nomi contenuti nella lista segreta dell’avvocato ticinese ha collezionato non poche reazioni di stupore, tra i protagonisti. C’è chi parla di contatti avuti anni fa per motivi professionali e subito interrotti. E chi si chiede: Pessina chi?
L’elenco dei 26 comaschi che, stando a quanto pubblicato dal quotidiano Libero, sarebbero stati trovati nella lista di Fabrizio Pessina è in ogni caso davvero eterogeneo: un consulente finanziario, un chirurgo estetico, un ex campione di hockey, un’estetista, un imprenditore tessile, un altro attivo nella grande distribuzione e uno in quello del settore dei lubrificanti. Tutti da comprendere, però, i motivi per cui i loro nomi si trovavano nel computer dell’avvocato accusato di riciclaggio. E arrestato nell’ambito di un’inchiesta su una serie di costi gonfiati per il trasporto e lo smaltimento del materiale prelevato dalla bonifica ambientale diMontecity, l’area milanese dove un importante immobiliarista sta costruendo un nuovo quartiere denominato Santa Giulia. I costi gonfiati avrebbero permesso di girare all’estero 14,5 milioni di euro. Lo spunto investigativo ha dato via non solo a quell’inchiesta, ma - indirettamente - pure a quella sulla lista segreta nascosta nel file dell’avvocato ticinese.
P. Mor.
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