Quando il vero handicap
è non avere l'insegnante

Mancano insegnanti di sostegno nelle scuole di Como. Un allarme lanciato dall’Ufficio scolastico provinciale che, proprio in questi giorni, ha completato le ultime assegnazioni di posti sul sostegno. Solo 20 posti coperti su 250 di cui 17 alle superiori e tre alle medie

COMO Mancano insegnanti di sostegno nelle scuole di Como. Un allarme lanciato dall’Ufficio scolastico provinciale che, proprio in questi giorni, ha completato le ultime assegnazioni di posti sul sostegno convocando tutti gli insegnanti che, a inizio estate, avevano scelto per il trasferimento nella provincia di Como mettendosi in “coda” alle graduatorie: una possibilità data ai docenti che, qualora non avessero trovato il posto nella loro città, non avrebbero disdegnato di trasferirsi a Como.
«Dei tantissimi convocati - fanno sapere dall’ex Provveditorato - se ne sono presentati soltanto sei, un numero davvero irrisorio, ben al di sotto delle nostre aspettative già piuttosto basse». Il risultato: solo 20 posti coperti su 250 di cui 17 alle superiori e tre alle medie mentre nessuno per la scuola dell’infanzia e per la primaria dove le difficoltà dei disabili sono rese ancor più gravi dalla loro giovane età. Ma non è tutto. «Di questi - precisano dall’Usp - possiamo contare solo sui sei che si sono presentati direttamente perché gli altri 14 che ci hanno dato la delega hanno due giorni di tempo per accettare il posto che potrebbero anche rifiutare avendone già trovato uno in un’altra provincia. Come ufficio scolastico abbiamo concluso tutte le operazioni possibili: sarà ora compito delle singole scuole coprire i posti ancora vacanti con le proprie graduatorie interne».
Assegnando cioè posti di sostegno agli insegnanti curricolari che non hanno seguito l’apposito corso di 400 ore di specializzazione nel sostegno. Problema irrimediabile o difficoltà risolvibile? «La specializzazione dei docenti - commenta Guido Grilli, genitore di uno studente disabile referente del gruppo di studio e lavoro sull’handicap dell’istituto di Como Lago - dà grandi strumenti per gestire le situazioni difficili ma non sostituisce l’abilità e la predisposizione personale». «Ci sono insegnanti curricolari - continua il genitore - che, pur senza specializzazione, sono di grande aiuto: la cosa fondamentale è riuscire saper entrare in empatia con i ragazzi aiutandoli a gestire il loro rapporto con i compagni e con gli insegnanti. Il problema ancor più grave è la riduzione di ore assegnate per il sostegno a seguito dei tagli che le hanno ridotte fino al 50%. Una mancanza che costringe gli alunni a restare in classe per alcune ore senza il sostegno. E conosco scuole in Italia in cui, addirittura, i ragazzi con disabilità, senza l’insegnante di sostegno, vengono fatti tornare a casa».
Matteo Borghi

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