Abbattiamo il muro, via al filo diretto
La petizione si firma anche dall'estero

Da oggi «La Provincia» offre anche un’altra possibilità a tutti quelli che hanno qualcosa da dire, o da suggerire, sulla sistemazione del lungolago. È aperto, infatti, il filo diretto con i lettori (english version), che possono esprimere il proprio pensiero sulle paratie, telefonando allo 031-58.23.34 dalle 18 alle 19, oppure inviando un fax allo 031-58.24.51 o una mail a [email protected]

COMO Sono tanti i lettori che in questi giorni hanno scritto, e telefonato, a «La Provincia» per protestare contro il muro che da qualche giorno ha rubato la vista del lago. Per loro, e per tutti quelli che la pensano allo stesso modo, da oggi il nostro giornale lancia una nuova iniziativa, finalizzata a dare un peso, e auspicabilmente un seguito, alla protesta, trasformandola in qualcosa di concreto. Si tratta di una raccolta di firme, cui si partecipa ritagliando e compilando il coupon pubblicato a lato. Affinché abbia valore legale, e possa essere tenuta seriamente in conto dal Comune, è necessario specificare, oltre a nome e cognome, anche il numero della carta d’identità. Ed è altrettanto importante che venga consegnato o spedito il coupon originale con firma autentica, per cui non si accettano fotocopie, fax o e-mail.
Da oggi «La Provincia» offre anche un’altra possibilità a tutti quelli che hanno qualcosa da dire, o da suggerire, sulla sistemazione del lungolago. È aperto, infatti, il filo diretto con i lettori, che possono esprimere il proprio pensiero sulle paratie, telefonando allo 031-58.23.34 dalle 18 alle 19, oppure inviando un fax allo 031-58.24.51 o una mail a [email protected]. È temporaneamente sospeso, invece, il «Filo diretto: la città a pezzi», che verrà ripreso nei prossimi giorni.
Già ieri alcuni lettori ci hanno anticipato, telefonando in redazione per contestare il muro che oscura il lago. 
Amara la riflessione della signora Giuliana Perlasca, comasca della zona stadio ora residente in periferia: «Il duo Bruni-Caradonna sta facendo di tutto per distruggere la naturale bellezza di questa città. Prima per l’eccessiva opera di cementificazione, adesso per queste paratie a lago. E non dimentichiamo che dovremmo essere una famosa città turistica... Invece che nascondere a noi comaschi la vista sul lago, dovrebbero loro, Bruni e Caradonna, andare a nascondersi in una nicchia di quel muro...».
Solare la testimonianza della signora Luisa Malinverno, 88 anni: «Avevo telefonato a «La Provincia» per lamentarmi delle cattive condizioni dei marciapiede di via Acquanera, ma adesso tutti in città parlano delle paratie a lago. Che il sindaco non pensi alle esondazioni: io ne ho vista più di una, non faceva paura a nessuno, anzi, era quasi una festa... Con quel muro davanti, però, io, il lago, non lo vedo più...».

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