Cinque comaschi al giorno
colpiti da ictus invalidante

È la principale causa di invalidità nelle persone adulte e la terza causa di morte. Ogni anno, sul Lario i casi sono più di duemila (in media 5 al giorno) e, tra i residenti in provincia di Como, uno su 63 ha avuto un ictus, in forma più o meno invalidante

COMO È la principale causa di invalidità nelle persone adulte e la terza causa di morte, eppure di ictus cerebrale si parla ancora poco. Ogni anno, sul Lario i casi sono più di duemila (in media 5 al giorno) e, tra i residenti in provincia di Como, uno su 63 ha avuto un ictus, in forma più o meno invalidante.
I numeri, resi noti ieri durante il convegno organizzato a Villa Gallia da Alice Onlus e dall’associazione La Stecca, da soli dovrebbero bastare a far suonare un campanello d’allarme. «Invece, non è così», dice Rosangela Corbetta, presidente della sezione comasca di Alice, sodalizio che riunisce pazienti, familiari e medici. «Questa malattia è ancora una specie di tabù - spiega Corbetta - Non abbiamo un testimonial, pochi si espongono. Cerchiamo comunque di sensibilizzare la popolazione e abbiamo allestito una mostra a San Pietro in Atrio, con le opere di persone colpite da ictus cerebrale (visitabile fino a stasera, ndr)». Scarsa conoscenza della malattia significa anche scarsa capacità di riconoscere subito i sintomi: «Purtroppo solo il 3% di chi viene colpito da ictus arriva in ospedale entro tre ore, ossìa in tempo utile per poter essere curato nel modo migliore - ricorda Marco Arnaboldi, primario di Neurologia del Sant’Anna - Intervenire velocemente significa limitare i danni cerebrali e aumentare la possibilità di un recupero totale. Tra Sant’Anna e Valduce - aggiunge - i ricoveri sono oltre 600 l’anno». Il tasso di mortalità a un mese è del 15%, cui si aggiunge un 10% di decessi entro il primo anno, mentre il 50% delle persone colpite subisce danni permanenti (gravi in circa metà dei casi) e il 30% recupera una completa autonomia. «Le conseguenze vanno da una paralisi parziale fino all’impossibilità di camminare, ma sono comuni anche le difficoltà di parola e di comprensione - ha detto Carlo Gandolfo, ordinario di Neurologia all’Università di Genova - Inoltre, spesso subentrano forme depressive, che rendono difficile la riabilitazione. La fascia d’età più colpita - prosegue - è quella degli over 55 ma, su un totale di 900mila soggetti colpiti da ictus, 20mila hanno meno di 45 anni. In Italia i nuovi casi sono 196mila, circa 19mila in Lombardia». La maggior parte delle forme è di tipo ischemico (chiusura dell’arteria), ma quelle emorragiche (rottura) sono molto più gravi. Individuare i sintomi, come detto, è fondamentale. Quali sono? Improvvisa mancanza di forza e sensibilità, paralisi di un arto, bocca storta, difficoltà di parola, problemi di vista, mal di testa violento mai provato prima. Il consiglio: chiamare subito il 118.
Michele Sada

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