"Lungomuro", atto secondo
In ballo anche la Corte dei Conti

Nuovo sopralluogo ieri mattina sul cantiere delle paratie, in "lungomuro" Trento. Vi hanno preso parte l’ubiquo assessore ai Lavori pubblici Fulvio Caradonna, il sindaco Stefano Bruni, e l’avvocato Giuseppe Sassi,  legale di fiducia dell’amministrazione comunali in materia di indagini penali

COMO Nuovo sopralluogo ieri mattina sul cantiere delle paratie, in "lungomuro" Trento. Vi hanno preso parte l’ubiquo assessore ai Lavori pubblici Fulvio Caradonna, il sindaco Stefano Bruni, e l’avvocato Giuseppe Sassi,  legale di fiducia dell’amministrazione comunali in materia di indagini penali. In cantiere si è lavorato a ritmo serrato per l’intera giornata con le ruspe impegnate nella realizzazione del terrapieno che consentirà di alzare il piano del marciapiede e rendere il lago più visibile. Al primo esposto presentato nei giorni scorsi in Procura, l’inarrestabile consigliere comunale Luigi Bottone (ex Udc, gruppo misto)  ha annunciato ieri l’intenzione di aggiungerne un secondo, questa volta in Corte dei Conti. Fitta la griglia di domande da sottoporre alla magistratura contabile: Bottone chiede di chiarire chi risponderà in solido dell’eventuale abbattimento del muro, cosa abbia determinato un incremento delle pese in corso d’opera, chi, alla fine di tutto questo putiferio, liquiderà gli incarichi ai vari dirigenti coinvolti, ciascuno con funzioni diverse, nella realizzazione dell’«opera». Per quanto riguarda il coté penale, cioè l’indagine del pm Simone Pizzotti, il Corpo forestale dello Stato, cui sono delegati gli accertamenti, comincerà probabilmente domani a fare ordine nel robusto dossier compilato sabato tra documentazione sequestrata in Comune e rilevazioni sul cantiere. Difficile fare previsioni ma l’accertamento di un eventuale abuso non dovrebbe essere cosa troppo complessa. Mettiamoci pure tutti i condizionali possibili ma se, come sembra, il progetto originario indicava la quota di 200,30 metri sul livello del mare oltre la quale il muro non poteva essere costruito, allora dovrebbe bastare un’occhiata alla scala idrometrica accanto al battello gelateria: c’è il "chiodo" denominato 60 - collocato dall’Istituto geografico militare - che in quel punto identifica la quota  ufficiale di metri 199,708 sul livello del mare. Basta una calcolatrice. In ogni caso:l’eventuale eliminazione del muro o la sua riduzione estinguerebbe l’abuso edilizio ma non il reato paesaggistico di cui all’articolo 181 del Codice del paesaggio. Punisce «chiunque senza la prescritta autorizzazione o in difformità da essa, esegue lavori di qualsiasi genere su beni paesaggistici (e tale è il territorio contermine al lago per 300 metri dalla linea di battigia, ndr). La pena è della reclusione da uno a quattro anni qualora i lavori ricadano su immobili o aree che per le loro caratteristiche paesaggistiche sono stati dichiarati di notevole interesse pubblico con apposito provvedimento emanato in epoca antecedente alla realizzazione dei lavori».
Stefano Ferrari

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