Una gita da brivido
tra i misteri del Lario

Van De Sfroos: «Oltre alla greenway, va lanciata la darkway». Leggende nere da far tremare i turisti

«Se fossimo in Francia, laddove decidono che una pietra è la tomba del mago Merlino e un rigagnolo nascosto in un bosco la fonte dell’eterna giovinezza...». Se fossimo in Francia, sul lago di Como non avremmo soltanto una "greenway", il fortunato percorso tra ville e giardini da Colonno a Cadenabbia, ma anche una "darkway". Ovvero il viaggio tra i misteri del Lario, che Davide Van De Sfroos va caldeggiando da tempo, non soltanto con gli amici e i fans, ma anche con le istituzioni, che cavalcando il Lariosauro potrebbero rilanciare il turismo.
Alla "darkway" è dedicata l'undicesima puntata degli "itinerari d'autore", rubrica domenicale de "La Provincia". Da dove potrebbe partire questa "darkway"? «Da Torno - dice il cantautore -, dove nella chiesa è conservato il sacro chiodo. Uno di quelli usati per crocifiggere il Cristo, che qualcuno in passato decise di lasciare lì come segno divino, dopo essere stato sorpreso da una tempesta». Poi, continua Van De Sfroos, «saliamo a Montepiatto, dove abbiamo la "pietra pendula", misterioso monolite già presente ai tempi dei celti». Le altre tappe: l'orrido di Nezzo, il ponte del diavolo di Lezzeno, il prato delel streghe di Bonzanigo di Mezzegra, la chiesa sommersa di Laglio. Anche le soste per ristorarsi sono all'insegna del brivido: alla Loncanda dell'Isola Comacina dove il gestore pratica ancora oggi pratica il rito del fuoco per esorcizzare una scomunica che risale al medioevo o al Crotto dei platani di Brienno, "abitato" da un fantasma. Tutti i dettagli e la mappa dell'itinerario su "La Provincia" in edicola domani (domenica 4 ottobre).

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