Buche killer sparse per la città
E nessuno che se ne occupa

La mappa del pericolo, dopo l'incidente di via Carso. Ma intanto l'assessore Caradonna ha lasciato e la delega ai lavori pubblici è ancora vacante

Il Comune, a causa delle note difficoltà di bilancio legate al mancato incasso dei 14 milioni per la Ticosa, non può programmare grossi interventi di riasfaltatura delle strade e da tre anni ricorre ai “rappezzi”. Così molte strade cittadine si ritrovano piene di buche e avvallamenti, pericolosi soprattutto per chi viaggia su due ruote. L’altro ieri, in via Carso, l’ultimo grave incidente, ma la situazione è destinata a rimanere tale, visto che oltre a mancare i soldi ora non c’è più neanche l’assessore ai Lavori pubblici. La delega rimessa da Fulvio Caradonna, in attesa di passare a Sergio Gaddi, è andata infatti ad interim al sindaco, almeno temporaneamente autentico "one man show" (detiene anche Bilancio, Grandi Opere e - non appena revocato Roberto Rallo - anche l’Urbanistica).
E intanto in città e nell’immediata periferia si continuano a mettere a dura prova gli ammortizzatori delle auto e a rischio i motociclisti, a causa sì delle buche, ma anche delle pezze d’asfalto che formano pericolose cunette e dei tombini che sprofondano. Qualche esempio?Eccolo, raccolto proprio ieri mattina: in piazza del Popolo due i punti critici, davanti all’edicola e nel tratto che da viale Lecco porta al passaggio a livello di piazza Verdi, dove tra i lastroni e l’asfalto si è formato un sostanzioso dislivello ma anche larghe crepe; in via Crispi, all’altezza del civico 41, si è creato un buco piccolo ma profondo che mette la strada a rischio; in via Porro, all’angolo con via Guanella, l’asfalto è screpolato per decine di metri (stessa situazione in piazza Matteotti davanti alla farmacia); nella zona di via del Lavoro-angolo via Tentorio tra buchi e pezze è uno slalom unico per evitare le trappole, stessa situazione all’incrocio tra via Muggiò e via Oltrecolle dove a rendere più critica la situazione ci sono anche i chiusini non a livello; al confine tra piazzale Monte Santo e via Montegrappa l’asfalto porta evidenti segni di usura, mentre quello di lungolario Trieste, davanti al cantiere delle paratie è una serie interminabile di cunette e dislivelli; in via Piave-angolo via Piadeni c’è un tombino sprofondato di diversi centimetri, così come in largo Silo; la via Clemente XIII, strada che collega via Scalabrini alta a via Paoli alta è una fila interminale di buchi, non profondi, ma larghi.
Ma la situazione più grave si ha in via Scalabrini alta e in via Varesina alta, dove si trovano in abbondanza buchi e avvallamenti che possono tranquillamente essere catalogati come “killer”. Il record di strada che sprofonda al contrario (si sta infatti gonfiando e sembra che debba esplodere da un momento all’altro) è la via Baserga, quella cioè che da via Muggiò porta al seminario.

© RIPRODUZIONE RISERVATA