Vogliono la bella barca
Ma la finanza li inchioda

Tecnicamente si chiamano «indicatori di capacità contributiva». Sono yacht e grosse imbarcazioni individuati negli ultimi mesi e subito messi sotto la lente d’ingrandimento dal reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza comasca. L’obiettivo? Scoprire eventuali sproporzioni tra questa «manifestazione di ricchezza» e i redditi dichiarati dai proprietari dei beni di lusso. Durante i tre mesi estivi, gli uomini delle fiamme gialle hanno scovato in provincia di Como, mediamente, un caso “sospetto” ogni quattro giorni: in totale sono 21 le persone che verranno sottoposte a controlli «per verificare l’effettiva capacità contributiva». Le informazioni relative alla loro «ricchezza visibile» sono già confluite nelle apposite schede del programma «C.e.te.» (Controllo economico del territorio), un software che consente di incrociare i dati con quelli dell’Anagrafe tributaria, ottenendo così un elenco delle persone che presentano evidenti incongruenze tra i beni posseduti (o utilizzati) e le posizioni fiscali dichiarate. Cacci agli evasori e ai “falsi poveri”, dunque. Ma la tradizionale attività di polizia economico-finanziaria non è stata certo l’unica svolta nel periodo estivo. Il reparto aeronavale di Como si è concentrato anche sulla prevenzione degli incidenti fra natanti, con un aumento della vigilanza sottocosta sul Lario, sul lago Maggiore e sul Ceresio: «Non a caso le prefetture di Como, Lecco e Varese - ricorda la nota diffusa ieri dagli uffici di piazza del Popolo - hanno individuato nel dispositivo navale del Corpo un referente operativo, per accrescere il grado di sicurezza dei fruitori delle sponde lacuali, sempre più numerosi».

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