Comune contro il ministero
«Monoblocco da salvare»

«Il monoblocco è il simbolo dell’ospedale». Questa è una delle ragioni che il Comune cercherà di far valere per salvare il monoblocco dell'ospedale Sant'Anna dall’abbattimento

COMO «Il monoblocco è il simbolo dell’ospedale». Questa è una delle ragioni che il Comune cercherà di far valere per salvare il monoblocco dall’abbattimento.
Lo scorso 25 giugno il soprintendente di Milano, Gianni Bozzo, aveva espresso parere favorevole al mantenimento del monoblocco del vecchio ospedale Sant’Anna in via Napoleona. Nei giorni scorsi, però, dalla Direzione regionale per i beni culturali (che fa capo al ministero) è arrivata la doccia fredda: va demolito. Il progetto di riqualificazione dell’area del vecchio ospedale, dove dovrebbe sorgere la cittadella sanitaria, va rivisto perché «non prevede la liberazione dei corpi incoerenti sovrapposti nel corso del tempo e impedenti i cannocchiali visivi godibili dalla strada, dalla ferrovia e dai punti di vista pubblici in essa parte compresi». In poche parole l’enorme struttura di via Napoleona va abbattuta perché oscura la vista della Spina Verde. Queste sono le “osservazioni” che la Direzione regionale per i beni culturali ha trasmesso il 4 agosto, cioè dopo la prima conferenza di Vas (Valutazione ambientale strategica), al settore Territorio e urbanistica della Regione Lombardia, alla sede comasca della Regione e alla Soprintendenza di Milano a cui compete anche il territorio di Como.
Abbattimento vorrebbe dire una spesa di 10 milioni di euro in più del previsto (sono calcolati anche i costi della bonifica del suolo). Ma il sindaco Stefano Bruni invita a «non mettere il carro davanti ai buoi». «La questione - ha aggiunto - si discute sui tavoli regionali. Ma noi presenteremo alcuni spunti alla Regione per le controdeduzioni alle osservazioni fatte dalla Direzione. Il mantenimento del monoblocco è la soluzione che fa stare in piedi l’operazione. Se il monoblocco andrà abbattuto per forza, ma questo è ancora da vedere, si dovrà pensare ad un’alternativa».
A Palazzo Cernezzi le osservazioni sono state recapitate ufficialmente solo lo scorso 7 ottobre. Adesso l’amministrazione comunale è in subbuglio perché l’intera operazione immobiliare rischia di saltare. In primavera il consiglio comunale, con un atto d’indirizzo, aveva deciso di mantenere il monoblocco per ospitare la cosiddetta cittadella sanitaria. Dopo il via libera del consiglio e della Soprintendenza, è arrivata anche l’approvazione in giunta della relativa variante urbanistica. Ora le osservazioni della Direzione regionale per i beni culturali riaprono la questione. Il 22 ottobre prossimo si svolgerà la seconda e ultima conferenza di Vas. Ma da Villa Saporiti e da Palazzo Cernezzi hanno fatto sapere che prima di quella data verrà convocata una segreteria tecnica (formata da Provincia, Comune e direzione regionale della Presidenza e della Sanità). In questo incontro si cercherà di formulare delle controdeduzioni condivise da presentare il 22 ottobre, al fine di respingere le osservazioni che vorrebbero l’abbattimento del monoblocco. L’ipotesi più accreditata al momento è che, essendo il monoblocco edificio privo di alcun vincolo, anche il parere espresso su di esso nelle osservazioni sia privo di valore vincolante.
Dario Alemanno

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