Formigoni: «Il muro sparirà
a costo di usare io il piccone»

 Roberto Formigoni garantisce che la sua presenza odierna sul palco dell’arrivo del Giro non è finalizzata a uno "scippo" del traguardo della corsa in favore di Milano. «La mia presenza a Como è determinata dal fatto che la corsa è un evento lombardo ed io sono il presidente della Regione Lombardia, oltre ad essere un appassionato di ciclismo>

COMO Como senza muro e con il Giro. Nel senso di Lombardia. È questa l’immagine proiettata nel 2010 per il lungolago. Oggi i corridori della classica d’autunno dovranno sfilare davanti al mostro di cemento, l’auspicio è che tra dodici mesi il Lombardia ci sia ancora e i ciclisti possano correre il rischio di essere distratti dal paesaggio, come non capiterà loro questa volta. Il trait d’union fra le due vicende è il Pirellone. Lì si sta lavorando per contribuire a risolvere il problema del muro e da lì Roberto Formigoni garantisce che la sua presenza odierna sul palco dell’arrivo del Giro non è finalizzata a uno "scippo" del traguardo della corsa in favore di Milano. «Già, è girata questa voce - spiega il governatore lombardo -. Ma la mia presenza a Como è determinata dal fatto che la corsa è un evento lombardo ed io sono il presidente della Regione Lombardia, oltre ad essere un appassionato di ciclismo. Ricordo tanti arrivi del Giro a Como anche quando c’era la pista allo stadio Sinigaglia. La scelta del tracciato la decidono gli organizzatori, ma non vedo alcun motivo per cui il traguardo della corsa debba essere dirottato altrove. E poi a Como ci vengo spessissimo perché è una città che mi piace. Ieri, in occasione del convegno della Coldiretti, ero a Cernobbio un’altra perla del vostro lago che apprezzo molto».
- A proposito di lago, oggi avrà anche l’occasione di dare un’occhiata al muro. Che idea si è fatto di questa vicenda?
<Senza dubbio è accaduto qualcosa di molto spiacevole. Ce ne stiamo interessando per porvi rimedio, i tecnici della Regione sono all’opera assieme a quelli del Comune e dellaProvincia di Como. Presto le cose si sistemeranno, a costo di venire io stesso con un piccone. Mi lasci dire, però, che una volta archiviata la pratica muro, Como potrà giovarsi di un’opera di prevenzione delle esondazioni del lago molto importante e pienamente compatibile con gli aspetti paesaggistici del vostro lago che è qualcosa di meraviglioso.
- Sull’abbattimento del muro, però, resta aperta la questione dei finanziamenti. L’assessore regionale al Territorio, Davide Boni, ha detto che devono essere gli enti locali comaschi a farsi carico degli oneri. Il sindaco Bruni lascia intendere invece che ci sarà un sostegno economico dalla Regione. Ci scioglie il nodo?
<È ancora prematuro. Come ho detto ci sono al lavoro i tecnici e quando avranno terminato le loro valutazioni saranno prese le decisioni. Posso assicurare che della pratica mi sto occupando anche io personalmente e credo che alla fine sarà trovata una soluzione.
- Il muro, il Giro, la Ticosa, il Sant’Anna. Quanto è alta la pratica Como sulla scrivania di Roberto Formigoni?
<Più del muro. Però vi assicuro che sta al centro della mia scrivania.
- Tra le questioni aperte c’è quella del secondo lotto della tangenziale di Como con il progetto da rifare. Qual è lo stato dell’arte?
<Si continua a lavorare per realizzarla secondo un progetto compatibile con le esigenze del trasporto con quelle ambientali ma anche con la necessità di non puntare su opere faraoniche perché il periodo che stiamo attraversando non ce lo consente.
- Un’ultima domanda. I boatos parlano di un Carioni, presidente della Provincia di Como, pronto a sbarcare al Pirellone nella prossima legislatura. Che c’è di vero?
<Queste sono decisioni che competono alle persone. Per conto mio, nulla in contrario. Con il Carioni presidente dellaProvincia sto collaborando bene, la stessa collaborazione positiva ci potrebbe essere in Regione.
Francesco Angelini

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