Crac della Ibs Forex
Denunce a quota 40

Meno del 10% dei clienti di Ibs Forex, la finanziaria di piazza Grimoldi evaporata nel nulla con i soldi dei risparmiatori che si erano affidati a lei, ha presentato una denuncia alla procura di Como

COMO Meno del 10% dei clienti di Ibs Forex, la finanziaria di piazza Grimoldi evaporata nel nulla con i soldi dei risparmiatori che si erano affidati a lei, ha presentato una denuncia alla procura di Como. È il dato che emerge a un mese e mezzo dall’apertura dell’inchiesta per l’incredibile crac che ha colpito la spa che investiva nel mercato del Forex. Sul tavolo del pubblico ministero Massimo Astori, titolare del fascicolo aperto - per ora a carico di ignoti - per appropriazione indebita, sono arrivate in tutto 32 denunce da parte di altrettanti risparmiatori, molto spesso famiglie intere che avevano affidato i propri risparmi (con cifre che, in alcuni casi, sfioravano o superavano i centomila euro) ai broker di Ibs Forex, e una decina da parte di altrettanti promotori, che pure loro si erano fidati delle garanzie offerte dei responsabili della società con sede a due passi dal Duomo, salvo poi ritrovarsi con un pugno di mosche in mano.
A queste denunce, poi, bisogna aggiungere pure quelle degli amministratori che, in tempi diversi, si sono messi a disposizione della procura e del nucleo di polizia tributaria di Como per raccontare la loro verità sull’ingloriosa fine di un marchio che faceva bella mostra di sé anche sulla tuta del campione della Force India, in Formula Uno, Vitantonio Liuzzi.
Tra questi l’ex direttore generale di Ibs Forex, il quale nei giorni scorsi aveva raccontato al nostro quotidiano: «Degli 85 milioni che la nostra società aveva raccolto da circa 800 clienti in tutta Italia, buona parte è andata perduta sul mercato. Ibs investiva in valuta e in questi mesi, in maniera del tutto imprevedibile sino a un anno fa, gli scambi sono precipitati: mi risulta che 14 milioni circa siano tuttora depositati sui conti della Invest banca di Empoli, uno dei nostri istituti di appoggio, dove i clienti depositavano il loro denaro conferendo a noi l’operatività. Altri 25 milioni - aveva spiegato ancora Tiso - sono stati disinvestiti e restituiti a chi ce li aveva affidati. Infine, 4 milioni sino ad agosto erano nella disponibilità del broker della Saxo Bank, in Danimarca, e a quanto mi risulta sono stati successivamente disinvestiti».
L’inchiesta, in ogni caso, prosegue. Parallelamente al fascicolo aperto dalla procura di Palermo sui 30 milioni di euro investiti (e persi) in Ibs dalla Provincia regionale del capoluogo siciliano.

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