Attenti alla caldaia di casa
In città scattano 750 controlli

Il Comune ha avviato la nuova campagna di verifiche che tra il 2009 e il 2010 interesserà altri 750 impianti termici del territorio comunale, di cui 60 centrali condominiali. Il settore Ambiente di Palazzo Cernezzi ha infatti previsto nel biennio 2008-2010 la verifica del 5% degli impianti termici, che sono circa 1.500

COMO L’Agenzia per l’ambiente ha stimato che dai comignoli fuoriesce il 40% dello smog che respiriamo. Una percentuale che può scendere se si interviene sulle caldaie “fuori legge”. Per questo motivo il Comune ha avviato la nuova campagna di verifiche che tra il 2009 e il 2010 interesserà altri 750 impianti termici del territorio comunale, di cui 60 centrali condominiali. Il settore Ambiente di Palazzo Cernezzi ha infatti previsto nel biennio 2008-2010 la verifica del 5% degli impianti termici, che sono circa 1.500.
Nell’ambito della precedente fase della campagna, su 700 controlli effettuati, è emerso che in 6 condomìni su 63 non è stata eseguita una corretta manutenzione, così come su 35 caldaie di abitazioni private. Sono stati 25, inoltre, gli impianti termici non installati correttamente o non regolarmente mantenuti.
«Invito la cittadinanza ad avere maggiore responsabilità riguardo il mantenimento degli impianti termici - sottolinea l’assessore Diego Peverelli - in quanto un impianto in regola contribuisce a un miglioramento dell’aria che respiriamo con evidenti benefici per la salute di tutti». I controlli, che saranno effettuati da manutentori certificati, consentiranno l’inserimento dei dati degli impianti verificati nel “Curit”, il catasto unico regionale degli impianti termici, l’unica modalità valida di certificazione sul territorio regionale, diventato punto di riferimento non solo per gli operatori del settore ma anche per i cittadini, che possono così trovare informazioni di pubblica utilità e servizi legati all’installazione, all’efficienza e alla manutenzione degli impianti termici.
Dal 2008 avere la caldaia in regola è un obbligo che deve essere certificato dal bollino verde. Lo ha deciso la Regione, che prevede multe fino a 3 mila euro per chi non provvede a controllare i fumi emessi dal proprio impianto e a renderlo così sicuro per la propria incolumità e rispettoso dell’ambiente. Il bollino verde viene rilasciato direttamente dal manutentore di fiducia e non serve più andare in Comune. Il costo è di 5 euro per le piccole caldaie (sotto i 35 chilowatt di potenza) e serve a finanziare le attività di controllo dei tecnici specializzati che il Comune invia nelle case. In caso di assenza di bollino verde scattano la diffida e la sanzione. Se poi l’impianto, pur dotato di bollino verde, risulta comunque difettoso, anche il manutentore di fiducia viene sanzionato. Una caldaia soggetta a periodica e corretta manutenzione rende la casa più sicura da eventuali fuoriuscite di gas, contribuisce alla lotta contro l’inquinamento e consente un notevole risparmio energetico.
Gigi Albanese

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