Viola: «Il lago si vedrà poco
in due terzi della passeggiata»

Il direttore dei lavori del maxi cantiere delle paratie, Antonio Viola, ha risposto in consiglio comunale alla domanda del consigliere Luca Gaffuri sulle fotografie visibili a tutti i comaschi vicino al lungolago

COMO I rendering affissi sulla palizzata con i disegni di quello che dovrebbe essere il progetto realizzato? «Non sono facili da fare, non riescono a riprodurre la realtà. Quello non era altro che una foto su cui venivano montati in qualche modo i progetti che si sarebbero realizzati. Non è un film in 3d». E ancora: «Non è fazioso, ma vale quello che vale». Così il direttore dei lavori del maxi cantiere delle paratie, Antonio Viola, ha risposto ieri sera in consiglio comunale alla domanda del consigliere Luca Gaffuri sulle fotografie visibili a tutti i comaschi vicino al lungolago. La seduta (la quarta) è iniziata infatti con le risposte di Viola alla raffica di domande dei consiglieri. E in più di un’occasione ci sono state frizioni, che hanno visto protagonista soprattutto Alessandro Rapinese (Area 2010). Ha quantificato le «omissioni progettuali» (impianti, scale galleggianti ad esempio) in «600mila euro» e il resto (fino ad arrivare a un milione e mezzo) «mi verrebbe da dire dall’amministrazione, dico da me». Ha anche letto una lettera dei progettisti (Majone, Conti e Terragni) che di fatto respingono al mittente le accuse di omissioni nel progetto originario del 1998.
Poi Viola in aula ha ammesso che «nel progetto del 1994, tutto a paratoie mobili, il lago si vedeva. Come si vedrà adesso se si sceglierà la strada dell’abbattimento totale». E sulla situazione della passeggiata nella zona di Sant’Agostino ha detto: «C’è un enorme bar verde, non si vede già nulla». Ha lanciato qualche stoccata ai consiglieri: «Nel 2004 il progetto era depositato con il piano delle opere, magari si sarebbe potuto andarlo a vedere. Era importante e certo poteva essere richiesto». E in generale: «Dividiamo in tre la passeggiata: in un terzo si vede poco il lago, un terzo lo vede bene e un altro terzo lo vede poco. Non è che non si vede il lago». E alla domanda «si vedrà il lago?» ha detto: «dipende dall’altezza dell’acqua. In auto c’è una vista  non eccessiva: dalla diga verso la costa». In ogni caso la riva sarà più alta «di 50-60 centimetri» (lunedì sera Viola aveva precisato che la riva non si sarebbe alzata di 70 centimetri).
Si sono definiti in parte i contorni per il futuro. Viola ha detto che «non sarà solo il Comune a decidere cosa fare. Per abbattere tutto completamente servirà un milione e mezzo di euro, ma i costi potrebbero scendere a mezzo milione a seconda delle scelte. In due mesi il progetto potrebbe essere sul tavolo e la demolizione verrà ordinata dalla conferenza di servizi che riunirà tutti gli enti». I costi per l’abbattimento del muro sono stati stimati in «circa 12mila euro».
Dure, ancora una volta, le prese di posizione di alcuni consiglieri anche di maggioranza: dall’ex An Stefano Molinari («si è passati da un progetto a impatto zero a impatto scempio») a Emanuele Lionetti (Lega) e Luigi Bottone (ex Udc). Durissimo Mario Lucini (Pd): «La variante non è mai stata approvata, se si trattasse di un privato sarebbe un abuso edilizio. Lascio alla magistratura il compito di stabilire come si interviene quando si tratta di lavori pubblici. Incredibile dire che il sindaco e l’assessore non sapessero nulla del muro». Donato Supino (Prc): «Chiedo di cambiare il direttore lavori perché quel 5% di discrezionalità ha portato alla costruzione di un muro che ha offeso la città. Bossi, Formigoni, Sgarbi, Dell’Utri, Gaddi, il ministro Brambilla, sono fessi perché contestano il progetto così come facciamo noi? Li abbiamo strumentalizzati noi?». Anche Marco Butti, capogruppo del Pdl, ha voluto sottolineare che il consiglio «non ha mai potuto vedere la variante» e ha ribadito il «no al muro».
Gisella Roncoroni

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