Omaggio a Fiume,
reinventò i classici

Il 31 ottobre si apre a Erba, a Lario Fiere, un'antologica di mezzo secolo di attività dell'artista siciliano con profonde radici in Brianza. Presentato a Villa Erba un volume sui suoi dipinti.

di Stefania Briccola

La reinvenzione del classico e la ricerca senza posa di linguaggi e nuove soluzioni espressive sono il tratto caratteristico dell’opera di Salvatore Fiume. Ce lo racconta Roberto Borghi nel volume edito da Mazzotta e presentato il 23 ottobre a Villa Erba a Cernobbio (Como) con Luciano Fiume. «Salvatore Fiume: un classico moderno. Opere 1940-1994» introduce l’antologica, dedicata al celebre artista siciliano approdato in Brianza, che si inaugura il 31 ottobre, alle 18.30, a Lario Fiere ad Erba (Como) nell’ambito della mostra dell’artigianato. La pubblicazione, che sarà accompagnata da un dvd realizzato da «Olo creative farm», non vuole essere un semplice catalogo, ma un agile strumento per dare uno sguardo panoramico al lavoro di Salvatore Fiume, che fu pittore, scultore, architetto e scenografo, e visse dal dopoguerra fino al 1997 in una vecchia filanda a Canzo (Como) ora adibita a sede della fondazione dedicata all’artista. «La classicità che ci sembra di intravedere nei dipinti del maestro - sottolinea Roberto Borghi - ha molto di inventato, o è l’esito di un intarsio tra suggestioni provenienti dall’arte greca, etrusca e fenicia, e di rimandi alla pittura trecentesca e quattrocentesca; in particolare all’opera di quei pittori che, come il prediletto Paolo Uccello, mescolano la geometria alla visionarietà». L’antologica di Salvatore Fiume a cura di Roberto Borghi, Laura Fiume e Luciano Fiume, riunisce una serie di opere realizzate nell’arco di 54 anni che spaziano nei vari cicli dai celebri «Disegni metafisici» degli anni ’40 e le «Città di statue» degli anni ’40 e ’50 ai «Poemi giapponesi» degli anni Ottanta. Dipinti e foto di scena documentano la sua vista attività nel campo della scenografia. Il tema dei "Beat" così come il "ciclo spagnolo", ispirato a Velàsquez e a Goya, il motivo del Centauro e dell’Antropotauro e le «Alleanze pittoriche» con il "ciclo delle Ipotesi" saranno ben rappresentati dalla selezione di dipinti in mostra. Tutto questo senza dimenticare l’attività di Fiume architetto e le opere realizzate nel corso dei suoi numerosi viaggi.

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