Nuova squadra, quanti rincalzi
Così il voto va a farsi benedire

E' scattata una corsa al voto senza esclusione di colpi e l’esecutivo Bruni-bis ha potuto contare su quasi cinquemila preferenze (4.964 per l’esattezza). Il re del voto è stato l’azzurro Paolo Gatto (809 preferenze), capace di scalzare dal primo posto addirittura Sergio Gaddi (fermo a 778)

COMO Scusate, abbiamo scherzato. Prima delle elezioni 2007 il sindaco aveva detto a chiare lettere che nella scelta degli assessori avrebbe pesato in modo decisivo il gradimento degli elettori. Così è scattata una corsa al voto senza esclusione di colpi e l’esecutivo Bruni-bis ha potuto contare su quasi cinquemila preferenze (4.964 per l’esattezza). Il re del voto è stato l’azzurro Paolo Gatto (809 preferenze), capace di scalzare dal primo posto addirittura Sergio Gaddi (fermo a 778). A seguire altri due "top scorer" poi passati a miglior vita: Umberto D’Alessandro (513) e Alessandro Colombo (503). Quindi Anna Veronelli (500), Francesco Scopelliti (482), il vicesindaco Paolo Mascetti (368), Diego Peverelli (315), Enrico Cenetiempo (275), Fulvio Caradonna (219) e Maurizio Faverio (202).
Sono passati poco più di due anni ed è cambiata mezza giunta: a far le valigie, nell’ordine, sono stati Paolo Gatto, Umberto D’Alessandro e Alessandro Colombo, che figuravano ai vertici assoluti delle preferenze. Poi è toccato a Paolo Mascetti, passato in Provincia e sostituito da Francesco Cattaneo, che si è dimesso dopo aver patteggiato per la vicenda dei rimborsi chilometrici. Quindi è finito nel tritacarne il successore di D’Alessandro all’urbanistica, Roberto Rallo. E infine - è storia di pochi giorni fa - è toccato al suo successore nel ruolo di vicesindaco: a finir giubilato, infatti, è stato Fulvio Caradonna, travolto dal caso del muro a lago.
Insomma: sono saltate cinque teste (sette, se contiamo Rallo e Cattaneo), due delle quali non sostituite (l’esecutivo è sceso da 11 a 9). Ma, soprattutto, il numero di preferenze su cui potevano contare gli assessori è precipitato da quasi cinquemila a 3.247. Se Ezia Molinari ha portato con sè una buona dote di voti (336), certamente più ridotta è stata quella di Stefano Molinari (190) ed Etta Sosio (169). Insomma, è stato platealmente sconfessato l’assunto di partenza sull’importanza del gradimento nella composizione della squadra. La nuova giunta ha parecchi rincalzi e l’importanza del voto è andata a farsi benedire.Come dire: cari elettori, ecco quanto conta il vostro voto...
Emilio Frigerio

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