Scuole, fusione irrevocabile
I genitori chiedono garanzie

 La direzione didattica di Como 2 non si arrende alla verticalizzazione. Nessun passo indietro dei genitori dopo che, la settimana scorsa, la Giunta comunale ha definitivamente deliberato la fusione fra il secondo circolo e l’istituto comprensivo di Como Centro per dar vita a un nuovo maxi istituto

COMO La direzione didattica di Como 2 non si arrende alla verticalizzazione. Nessun passo indietro dei genitori dopo che, la settimana scorsa, la Giunta comunale ha definitivamente deliberato la fusione fra il secondo circolo e l’istituto comprensivo di Como Centro per dar vita a un nuovo maxi istituto.
Una decisione cui i genitori, da sempre preoccupati delle conseguenze della verticalizzazione, hanno risposto costituendosi in un Comitato. «Dopo due lettere di chiarimento inviate alla dirigenza comunale, provinciale e regionale - dice il presidente del Consiglio di Circolo Fortunato Zullo - non abbiamo ricevuto alcuna risposta formale ed esauriente dall’amministrazione se non si considerano le dichiarazioni, per altro incomplete, a mezzo stampa. Per questo, pur prendendo atto della definitiva decisione di fondere i due istituti, abbiamo deciso di dar vita ad un comitato di cinque-sei genitori in rappresentanza di tutti gli altri con l’obiettivo prioritario di ottenere un incontro in cui sia data risposta alle nostre domande, in primis a quelle poste all’assessore Veronelli a metà settembre». Un documento, firmato da Zullo e dalla dirigente della direzione didattica Gerarda Veneroso, in cui si chiedevano delucidazioni sui motivi dell’accorpamento, sul perché non si fossero consultati gli organi della scuola e si esprimeva preoccupazione sul possibile peggioramento della qualità di Como 2. «Quello che temiamo - precisa Zullo - è che le nostre scuole siano investite dalla “crisi” dell’istituto di Como Centro, frutto di una cattiva gestione.  Preoccupazioni condivise anche dalla preside che, nell’ultimo consiglio, ha dichiarato di essere disposta a non dare le dimissioni qualora il Comune e l’Ufficio scolastico provinciale predispongano un programma dettagliato per risolvere i problemi dell’istituto di Como Centro e ridurre al minimo le conseguenze negative che l’unione dei due plessi potrebbe portare. Il problema è che, allo stato attuale, un simile programma non esiste».
La dirigente, da noi contattata, preferisce non rilasciare dichiarazioni ricordando in ogni caso come questa vicenda sia molto complessa e incisiva sul piano personale e accennando soltanto all’estrema difficoltà che un’unica dirigenza avrebbe nel gestire un istituto di dimensioni così grandi senza perdere in qualità e controllo (si parla di ben 1.159 alunni secondo i dati forniti da Palazzo Cernezzi ndr). Di diverso avviso l’assessore alle Politiche educative Anna Veronelli: «Le famiglie - dice - avranno un beneficio in termini di gestione, coerenza della proposta didattico formativa e la razionalizzazione porterà a gestire un nuovo istituto senza due poltrone, ma con un solo dirigente e dalle dimensioni equivalenti agli istituti comprensivi già esistenti a Como. I dati e le esperienze in corso parlano soltanto bene dell’esperienza degli istituti comprensivi dove tutti i gradi di istruzione primaria e secondaria di primo grado vengono gestiti da un solo dirigente anziché due».
Matteo Borghi

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