Addio ai cavalli
il Bisbino adotta gli asinelli

Gli animali diventano la nuova attrattiva della montagna grazie a un perito agrario e muratore per necessità


Marco Luppi
Nove asinelli, uno più bello dell’altro, in assoluta libertà entro un recinto di quasi due ettari tracciato con fili percorsi da corrente a bassa tensione costituiscono la nuova attrattiva del Monte Bisbino.

A rinvigorire un’antica tradizione legata all’animale, docile e intelligente, più di quanto si possa immaginare, sta pensando un ragazzo di appena 22 anni, Giacomo Gatti di Rovenna, amico sincero degli animali, perito agrario, muratore per necessità, che aspira a realizzare un’attività didattica nell’ambito di un allevamento che non ha niente a che vedere con similari iniziative alimentate da un finto amore verso i simpatici asinelli, con il recondito scopo di acquisire tagli da buttare in pentola per cuocerli secondo la ricetta antica dello stufato d’asina.

«Voglio un gran bene ai miei asinelli ai quali riservo tutte le possibili attenzioni con palesi sacrifici d’estate per portare in quota l’acqua, in quanto sul Bisbino c’è una sola sorgente, peraltro molto decentrata e d’inverno per alimentarli come si deve con fieno e appropriato mangime. Sono aiutato dal papà e incoraggiato dalla mamma, ma il peso maggiore lo affronto di persona nel tempo libero e nei fine settimana».

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