Bar e ristoranti, primo giorno di apertura
«Ma le incertezze sono ancora troppe»

Ieri la riapertura, ma il limite di utilizzo dei tavoli all’esterno fa arrabbiare gli esercenti: «Siamo in balia del meteo». E proprio per il cattivo tempo alcuni non hanno attivato i dehor, ma solo asporto

«Così non è lavorare». Ieri, la zona gialla ha coinciso con l’apertura di bar e ristoranti: è consentito infatti consumare, pranzare e cenare, ma solo all’aperto (al chiuso dal 1 giugno e solo fino alle 18). Ed è proprio questa condizione, visto anche il meteo cittadino non certo incoraggiante per tutta la settimana, a far arrabbiare gli esercenti comaschi.

«Siamo in balia del tempo – spiega Cinzia Battista, titolare del ristorante In Teatro - siamo qui con l’ansia perché le previsioni danno pioggia. Non sono per niente felice: è un anno che la nostra categoria sta soffrendo più di altre, veniamo trattati con superficialità nonostante siamo aziende a tutti gli effetti. Se piove forte cosa facciamo? Dove metto i clienti, non potendoli far accomodare dentro?». Il locale ha 10 persone assunte e solo con la cassa integrazione si fa fatica. «Siamo fortunati ad avere la veranda e l’ombrellone – aggiunge Battista – Ma chi non ha posti esterni come fa? Dopo un anno, inizio a essere stanca della situazione».

Il caffè Monti ha deciso di non aprire ieri: «Purtroppo ora il meteo diventa fondamentale, ed è complicatissimo dover gestire così le aperture - spiegano Alessandro Barossi e William Tedesco, i due titolari – all’interno abbiamo tanto spazio, ma se comincia a piovere non possiamo nemmeno dire alle persone di stare al banco. Inoltre, le temperature non sono così clementi. Sarà un problema tirare avanti fino a giugno».

Per Marco Minatta, titolare del bistrot Vittoria, sarebbe fondamentale consentire di consumare all’interno: «Anche con limitazioni sul numero – precisa – però per noi avrebbe un grande valore. Siamo contenti d’aver ripreso e siamo fortunati ad avere uno spazio esterno. Con tutte le incertezze del caso e tempo permettendo, possiamo lavorare. Ma, se piove, diventa un problema».

Walter Trumino, titolare del Caffè dei viaggiatori, richiama alla prudenza e al rispetto delle regole. Il timore? Non ritrovarsi poi a dover chiudere a giugno. «In quel caso, sarebbe davvero la fine – sottolinea – ora abbiamo avuto la possibilità di ripartire con tutte le cautele. Non è però un “liberi tutti”: è fondamentale comportarsi bene».

Almeno fino al 1 giugno, i bar e i ristoranti saranno aperti dalle 5 alle 22 con possibilità di pranzare o cenare, ma solo all’aperto. Al tavolo, sono permesse massimo 4 persone, di più se conviventi. L’asporto e la consegna a domicilio sono consentiti fino alle 22. Per i bar, l’asporto è consentito fino alle 18. Dal prossimo mese, invece, sarà permesso consumare all’interno, ma solo fino alle 18.

«Il rientro è stato tranquillo – commenta Francesco Vaghi del Why Not – purtroppo, il meteo ha funzionato al contrario: è stato bello quando eravamo chiusi e ora, invece, è brutto. Speriamo, ovviamente, nel bel tempo e nella zona gialla. Sarebbe importante lo spostamento del coprifuoco oltre le 22». «Abbiamo sempre tenuto aperto – conclude Lorenzo Castellani, titolare del Touring – facendo un po’ d’asporto e tenendo comunque la macchina accesa, anche ai minimi regimi, per essere poi pronti per la ripartenza. Un’attività, è bene sottolinearlo, non è un interruttore, ci vuole tempo.».

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