Campus: il rischio
di perdere il tesoro

Compagni dai Campus, Cioè, come rischiare di perdere 7 milioni e continuare a vivere infelici. Compagni in questo caso non solo nell’accezione politica, ma anche in quelle meno istituzionali, sperando di non sconfinare nelle merende. Compagni di sventura magari sì, noi comaschi ancora una volta spettatori del solito pasticcio di una città che fa una fatica bestiale ad andare d’accordo con se stessa. Non si risenta chi si è impegnato e ha fornito superlavoro alle lavanderie con le sue camicie per portare a casa il risultato, cioè la pentola piena d’oro alla fine

dell’arcobaleno che la Fondazione Cariplo ha fatto luccicare su Como: sette milioni sette, un ampio squarcio di sereno dopo le tempeste finanziarie della crisi. C’è solo da sperare di non evocare Nicola Di Bari (che pure un po’ comasco lo è stato avendo soggiornato a Nesso alcuni anni fa) ed essere costretti a ricordare con nostalgia i giorni dell’arcobaleno svaniti insieme alla pentola d’oro.

Perché il rischio è tutt’altro che peregrino. L’implacabile clessidra delle occasioni perdute non ha granelli che si inceppano: entro venerdì bisognerà venirne a una sul grande progetto condiviso dal territorio che vale il jackpot eptamilionario. Si sa che tenere nella stessa frase le parole “comaschi” e “condiviso” è un’impresa titanica. Questa volta bisogna riuscirci. Se si è puntato sul campus, campus sia. Però la puntata deve risultare vincente. E qui sembra manchino un po’ di fiches per essere ammessi al tavolo verde. O meglio non mancano, ma solo a parole, quelle risorse che andranno aggiunte al finanziamento della Fondazione. A cinque giorni, dal termine per la presentazione del bando non si è visto un pezzo di carta. O magari sta in qualche cassetto, pronto a saltar fuori per l’happy ending. Ma qualche mormorio di sottofondo («Mormoratori!»,strillerebbe Totò se ricomparisse da queste parti) lascia poco tranquilli. Non è il momento di discutere sulla priorità del campus, questa fase ormai è stata esaurita. Giusto anche approntare un alternativa per l’utilizzo dei fondi, ritagliata sul recupero del comparto di Villa Olmo. Però se tutti sono d’accordo sul campus bisogna marciare compatti in questo ultimo miglio. Troppo alta la posta in gioco per regalarla ad altri, salvo poi far partire il disco ormai consumato delle litanie sui territori che hanno portato a casa ricchi premi e cotillones mentre noi siamo rimasti all’asciutto.

Il campus non è quello dei miracoli, dove peraltro, neppure le monete sepolte da Pinocchio ha fatto spuntare l’albero dei soldi. Anzi, si sa com’è andata a finire.

Insomma da qui a venerdì è il caso di fare chiarezza su quella manciata di milioni che ancora mancano per consentire il decollo del progetto. Chi li deve cacciare (Insubria, Univercomo, forse la Regione) si frughi nelle tasche e ne cavi la cifra occorrente da affiancare a quella messa a disposizione della Fondazione Cariplo. Oppure si viri sul progetto alternativo, senza esitazioni. E poi, comunque vada a finire, meglio ricordarsi di non riaddormentarsi sugli allori. Perché il denaro, come dice Michael Douglas Gordon Gekko in Wall Street, non dorme mai. E, si potrebbe aggiungere, va da chi è sveglio.

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