Canta anche in dialetto
Saviour, primo africano
nel coro degli alpini

Arrivato un anno fa su un barcone, ora abita a Fino Mornasco. «So leggere bene i testi dei canti perché leggo spesso durante la messa»

C’è chi inneggia all’integrazione a mo’ di slogan elettorale, c’è chi rifiuta di concepirla neanche fosse una malattia infettiva. Al di là delle parole c’è soprattutto l’esperienza vissuta, e a Fino Mornasco c’è un ragazzo che sa raccontare cosa sia l’integrazione attraverso la sua pelle senza bisogno di discorsi articolati.

In testa il cappello alpino

Il protagonista della storia si chiama Saviour Abraham, ha 25 anni, è nigeriano. Tre mesi fa non sapeva neanche cosa fossero il Carso, il Monte Nero, l’Ortigara, e malapena abbozzava qualche frase in italiano. Da qualche settimana indossa fiero il cappello con la penna nera insieme al gruppo alpini, ha iniziato a cantare con loro in italiano e sta imparando poco alla volta i brani in dialetto friulano. «Sono arrivato in Italia a luglio dell’anno scorso, senza i miei famigliari, su una barca - racconta - Dalla Sicilia mi hanno portato a Bormio. Sono cristiano e ho iniziato ad andare a messa, lì ho incontrato don Giuseppe Negri». Hanno fatto amicizia, poi al momento del trasferimento del parroco a Fino Mornasco, lo scorso autunno, Saviour ha voluto seguirlo. È stato al concerto di fine anno che il giovane nigeriano ha ascoltato la prima volta i canti del gruppo alpini. «Mi è sempre piaciuta la musica e mi piace cantare. Loro erano molto bravi. Ho pensato che sarebbe stato bello cantare con loro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA