Casse vuote, il Comune è nei guai
Ma in un mese butta centomila euro

Al cimitero forno fuori uso da inizio agosto: saltate dieci cremazioni al giorno

Tante famiglie costrette a lunghe trasferte e a pagare fino a mille euro in più

Como

Centomila euro non incassati per lo stop al forno crematorio del cimitero Monumentale. Una linea è guasta da tempo e non sarà facile ripararla, l’altra si è bloccata all’inizio di agosto e il Comune aveva garantito un intervento risolutivo entro una ventina di giorni. Invece il problema resta, la linea non funziona ancora. E così basta fare qualche conto per capire l’impatto negativo sulle casse di Palazzo Cernezzi, sempre più vuote: per una cremazione il Comune chiede 375 euro e nel 2013 ne sono state effettuate in media dieci al giorno. Si arriva così ai centomila euro persi. Senza dimenticare i gravi disagi per tante famiglie, costrette a lunghe trasferte (a Trecate o Albosaggia) e a sborsare fino a mille euro in più. «Da mercoledì la seconda linea doveva ripartire - spiega l’assessore ai Servizi cimiteriali, Marcello Iantorno - ma non è stato così, serve qualche altro giorno per sistemare gli ultimi problemi. Ci scusiamo e cercheremo di porre rimedio».

«Registriamo - dice l’assessore - un incremento delle cremazioni e attualmente le salme cremate sono circa il 60%. Le ragioni sono varie: in parte dovute alla crisi economica, in parte alla scarsità di spazio nei cimiteri dove si allungano le liste d’attesa per le tumulazioni. La cremazione è anche una scelta dell’interessato espressa in vita o dai suoi familiari o dall’erede ed è dovuta al mutato clima culturale al punto che la legge, di recente, consente di conservare le ceneri in casa o di disperderle, previa autorizzazione del Comune del decesso, ma non nei centri abitati.

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