Cernobbio, Carate Urio e Moltrasio
«La fusione costerà troppo»

In vista del referendum del 22 ottobre nei tre paesi si mobilita il gruppo

che si oppone alla realizzazione di un unico Comune

Nessuna programmazione concreta per il futuro e costi elevati per la gestione di un unico grande ente. Sono alcune delle motivazioni che hanno spinto i contrari alla fusione di Cernobbio, Moltrasio e Carate Urio a unirsi.

Il comitato per il “no” si è costituito qualche settimana fa con l’obiettivo di portare le proprie ragioni in piazza in vista del Referendum del prossimo 22 ottobre, quando si deciderà il futuro delle tre amministrazioni.

«Non sosteniamo il “no” a priori ma perché siamo convinti che si tratterebbe di un salto nel buio senza paracadute – spiega Andrea Michele Gazzola, referente per il comitato -. Ad oggi, infatti, non è stato ancora redatto nessun futuro statuto, nessuna programmazione per i futuri servizi al cittadino, nessun genere di progetto ed eventuale accordo».

Poche certezze, insomma, secondo i contrari alla fusione che non vedono così – a differenza di chi sostiene il “si” - la possibilità di una migliore gestione delle risorse e di un futuro più roseo per le casse delle amministrazioni interessate. Il comitato per il “no” vede uniti rappresentati non solo di Cernobbio, ma anche di Moltrasio e Carate Urio, riuniti « per la tutela delle singole comunità» come spiega ancora il referente.

A partire da oggi, mercoledì 4 ottobre, e per i successivi mercoledì (11 e 18 ottobre) sarà presente in piazza Mazzini a Cernobbio, in occasione del mercato settimanale, una delegazione del comitato per il “no” con del materiale informativo. La campagna proseguirà anche di domenica (8 e 15 ottobre), sempre in piazza Mazzini. Domenica 8 ottobre il comitato sarà presente anche a Carate Urio.

Altri dettagli sul giornale in edicola mercoledì 4 ottobre.

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