Cerri resta a Como: «Era quello che volevo»

L’intervista redo che per un calciatore sia importante l’ambiente dove gioca. Intendo che quando ti trovi bene in un posto, beh è un valore aggiunto

La conferma in uno show. Alberto Cerri rimane al Como e venerdì sera, un po’ per caso un po’ per scenografia, il giocatore ha raggiunto per ultimo il palco dove erano saliti i giocatori per la presentazione ai tifosi. Una regìa che ha permesso di valutare l’affetto e la stima della gente azzurra per il totem dell’attacco azzurro. L’applausometro per lui è schizzato in alto, come per Gattuso e Gabrielloni. Cappellino da baseball, fisico da star del cinema, ha tenuto bene la scena. La sua conferma è stata la vera notizia dell’estate. Sembrava perso, la trattativa con il Cagliari difficilissima. Ma poi la società ha mostrato le sue potenzialità economiche, decidendo di aprire il portafogli. Una mossa, tra l’altro, in controtendenza, rispetto alla storia del Como, spesso costretta a mollare i suoi giocatori top quando diventavano oggetto di dispute di mercato. Ora rieccolo qui, il big jim azzurro: sorridente e felice.

Alberto, quanto sei stato vicino ad andare via?

Ci credete che non lo so? Io ero in vacanza lontano, negli Stati Uniti. Il telefono non squillava mai, dunque ero tranquillo. So che a un certo punto il procuratore ha detto che le due società si erano accordate, mancava solo di definire i dettagli tra me e il Como. E lo abbiamo fatto in un attimo.

Si è detto che Cerri voleva fermamente restare a Como. Come mai?

Credo che per un calciatore sia importante l’ambiente dove gioca. Intendo che quando ti trovi bene in un posto, beh è un valore aggiunto importante perché è facile che tu renda meglio. Io a Como mi trovo a meraviglia. Il mio desiderio era quello di restare.

Quel post a maggio, sui social, aveva fatto preoccupare tutti.

Ma no, era stato male interpretato. Non mi sono mai sentito lontano da Como, davvero.

Ti è piaciuta la festa dei tifosi?

E come no? Bellissima, un grande entusiasmo. Non è una cosa scontata partire in un clima simile, dove tutti sorridono e sono motivati e contenti. Questo ci aiuterà sicuramente.

La gag del tuo arrivo in ritardo è stata il clou della serata...

Per la verità io sono un ragazzo schivo, non mi piace essere al centro dell’attenzione. La verità è che siamo stati a sistemare i documenti dell’accordo con il Cagliari sino al tardo pomeriggio, e se non ce l’avessimo fatta per quel giorno non avrei potuto salire sul palco. Questioni formali. Quando si è sbloccato tutto abbiamo raggiunto, con il dg, il posto della festa che il pullman era già arrivato. In effetti l’accoglienza per me è stata speciale. Grazie a tutti.

Hai scritto su un post: felice di rimanere, mi sento come a casa.

E’ vero, l’ho detto: società, squadra, tifosi... Tutto perfetto.

Adesso però comincia il difficile.

Potete dirlo forte. Qualcuno ha detto che sarà un campionato durissimo, che sarà una B quasi A. Beh, per me lo sarà ancora di più. Se guardo le squadre che giocheranno faccio fatica a scegliere chi sarà protagonista. Sarà davvero impegnativo.

E il Como dove potrà arrivare?

Parlare adesso di obiettivi è prematuro. Prima vediamo il mercato, non solo il nostro. Abbiamo una società forte, sono sicuro che allestirà una squadra competitiva. Saprà scegliere gli elementi adatti. E non mi riferisco a nomi altisonanti, ma a elementi utili. I nomi non fanno gol, l’importante è la dedizione e l’impegno.

I tifosi azzurri ti considerano una specie di totem. Di solito da un attaccante si aspettano solo i gol, tu invece piaci alla gente per quella maniera da guerriero di arretrare, difendere la palla, conquistare metri, lanciare i compagni. Ti vedono un condottiero. Senti questa cosa?

Eccome se la sento. Mi piace, sono contento. Ringrazio tutti per l’affetto.

Ma tu sei contento di fare questo doppio ruolo?

In teoria potrei rispondere che se giocassi più in area, avrei più energie da spendere in zona gol. In realtà credo che sia giusto mettersi a disposizione delle esigenze della squadra e se sono importante così, va bene.

Quanto valeva il Como dell’anno scorso? Era quello del sogno playoff o quello che ha faticato nel finale?

Potremmo parlarne per ore. Credo che la stagione scorsa sia stata lo specchio delle difficoltà che si possono incontrare in B. Certe partite va tutto bene, poi gli avversari cominciano a conoscerti, qualche partita non va come dovrebbe... Dobbiamo essere felici della salvezza. E dobbiamo trarre un insegnamento: quando qualcosa andrà storto non dovremo abbatterci. Capiteranno giornate storte e dovremo restare uniti e convinti. Credo che la società voglia migliorare la posizione dell’anno scorso. E’ un buon punto di partenza.

Pronto a nuove esultanze?

Per quelle bisogna chiedere alla mia fidanzata, regista delle gag.

A proposito: i siti di gossip si sono interessati in passato alla vostra coppia. Che effetto fa?

Strano, perché io sono un tipo riservato, non mi piace mettere in piazza la mia vita privata. Ma adesso i riflettori si sono spenti, meglio così.

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