Ci risiamo, mancano medicinali nelle farmacie comasche. Il motivo? Sono finiti i “blister”

Salute I farmacisti denunciano scarsità di antinfiammatori e antibiotici. La Svizzera per limitare i danni invita a vendere “sfusi” alcuni medicinali

Sempre più spesso capita di andare in farmacia senza riuscire a trovare prodotti anche molto banali, medicinali commerciali senza ricetta. «La caramella per il mal di gola? No, mi spiace, il fornitore dice che mancano le confezioni di alluminio». «Lo sciroppo per la tosse? Niente, non ci sono più i “tappini” per chiudere i flaconi». Queste sono alcune delle risposte date ai clienti dai farmacisti che in città stanno dietro ai banconi.

Senza fare i nomi dei marchi non si trovano ciclicamente medicinali anche molto famosi che non hanno bisogno della prescrizione del medico. Non è un dramma, ci sono alternative, certo, però spesso i clienti se ne vanno scocciati.

E proprio per provare a fronteggiare il problema in Svizzera le farmacie e gli studi medici sono invitati a vendere e prescrivere farmaci sfusi e non più in confezioni intere. Questa raccomandazione è stata formulata dalla task force dell’Ufficio federale per l’approvvigionamento economico del Paese (Ufae) con l’obiettivo di sopperire alla penuria di medicinali. Si tratta di un provvedimento provvisorio, che verrà revocato quando la situazione dell’approvvigionamento si sarà stabilizzata.

«Sono mesi che queste carenze non si risolvono e anzi peggiorano: mancano blister e confezioni per medicinali banali e va bene, possiamo portare pazienza»

In Italia le associazioni dei farmacisti parlano di «un preoccupante incremento di specialità medicinali irreperibili che si è registrato nel canale distributivo a cavallo della fine dello scorso anno e l’inizio del 2023, un vuoto ha raggiunto numeri che vanno ben oltre i livelli fisiologici di carenze che saltuariamente accompagnano per brevi periodi i prodotti farmaceutici». Secondo i più il nodo è la scarsità dei materiali per il confezionamento dei farmaci, come l’alluminio per i blister o il vetro per i flaconi. Così almeno si giustificano con delle note anche ufficiali le aziende produttrici. Ma ci sono anche gli orientamenti dei mercati internazionali a pesare, perché indirizzano produzioni e vendite verso i Paesi più convenienti. «Sono mesi che queste carenze non si risolvono e anzi peggiorano – dice Giuseppe De Filippis, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Como – mancano blister e confezioni per medicinali banali e va bene, possiamo portare pazienza. A parte il danno economico e di immagine. Ma continuano a mancare anche diversi antinfiammatori, antibiotici, prodotti per l’aerosol a base di cortisone, medicinali validi. E se manca l’intera classe per alcuni disturbi e patologie offrire ai pazienti una sostituzione alla pari non è sempre così scontato».

Questo fenomeno non ha a che fare con la pandemia ormai alle spalle, durante il Covid più volte sono mancati presidi e prodotti usati per contrastare o tentare di prevenire il virus. L’attuale carenza di farmaci non è nemmeno una consuete delle mode che scoppiano e poi passano. Per esempio il boom di tamponi per lo streptococco chiesti dalle mamme con i bambini infettati o le richieste ben oltre le aspettative per il farmaco anti diabetico, usato però per riuscire a dimagrire. «No, non sono le mode passeggere – dice ancora De Filippis – è una carenza di sistema alla quale non è bene abituarsi e che rappresenta un problema reale».

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