Trenord, la beffa dell’orario invernale
«Guasti e ritardi, non cambia mai nulla»

Oggi un vertice in Regione con i pendolari, che in un documento accusano - «Solite soppressioni e soliti rallentamenti, i conti non tornano neppure con questo piano»

Pendolari, Regione Lombardia e Trenord tornano ad incontrarsi oggi per un primo riscontro sull’applicazione dell’orario invernale introdotto a dicembre.

Dal canto loro i viaggiatori hanno già diramato un documento, sottoscritto da 11 associazioni, che lamenta come il suddetto piano non stia dando alcun segno di miglioramento. Tra i firmatari, figurano i Pendolari Como, il Comitato Pendolari Como-Lecco e il Comitato Viaggiatori Nodo di Saronno. Da Como in particolare, il portavoce Ettore Maroni e Matteo Mambretti, rappresentante dei viaggiatori alla conferenza regionale Tpl, già nelle scorse settimane avevano rilevato come, né sul fronte della riduzione del numero dei treni soppressi né sul fronte dei ritardi, fossero emerse positive novità.

«Se l’amministrazione delegato (Marco Piuri, ndr) e l’assessore ai Trasporti (Claudia Maria Terzi, ndr) - si legge nel documento - volessero prendere un treno su una qualsiasi direttrice della Lombardia, noteranno, anche senza dossier o grafici, che il piano è servito solo a recuperare materiale nelle fasce “morbide” e a mettere una pezza alla carenza di personale e manutenzione che sia i viaggiatori che i sindacati denunciano dal 2015. Nelle fasce pendolari tutto è rimasto come prima, con le solite soppressioni, i soliti guasti, i soliti rallentamenti».

E ancora: «Trenord non riusciva a fare il servizio prima e sopprimeva, ora ha tolto proprio dei treni e le soppressioni sono numericamente diminuite. Peccato che se sommiamo il numero di soppressioni odierne a quelle dello scriteriato piano di emergenza, stranamente i conti non tornano».

Il piano in questione è entrato in vigore lo scorso 9 dicembre, con l’orario invernale, e ha previsto la sostituzione dei treni con meno di 50 viaggiatori con bus. La riduzione, per Trenord, ha interessato 7mila viaggiatori su 750mila utenti giornalieri e ha riguardato le tratte Codogno-Cremona-Mantova, Mortara-Pavia e Vercelli-Pavia, Seregno-Carnate e Bornate-Rovato. «L’ad di Trenord - si legge ancora nel documento - qualche giorno fa dichiarava “che il piano emergenziale sta dando i suoi frutti, riportando regolarità e affidabilità”... Il piano è stato subito dai pendolari con il “tacito” silenzio della giunta lombarda che lo ha recepito senza eccezioni e senza porsi domande o porre condizioni… È stato imposto senza nessuna critica o proposte migliorative. Questa premessa di forma è importante per capire come il dialogo che cerca Trenord (e a quanto pare Regione) è del tipo “parliamo, discutiamo ma poi decidiamo noi come vogliamo”».

In chiusura, una richiesta: «Un bagno di umiltà sarebbe necessario a recuperare l’empatia con i pendolari, persa ormai lungo i binari».

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