Como vola a Expo
grazie a Volta
Ma qui lo spegne

La missione ad Astana e il monumento a pezzi.Striato (Fondazione Volta): «Ripensare l’allestimento». La discendente dello scienziato: «Coinvolgere i privati»

Volta nel mondo e Como alle prese con i soliti problemi di un Tempio Voltiano che perde pezzi. Si è aperta ieri, ad Astana, Expo 2017, un appuntamento importante per Como che, grazie alla partnership di Fondazione Alessandro Volta con il Ministero degli Affari Esteri, porta in Kazakhstan una sezione sul grande scienziato comasco, con esposizioni, video e workshop, nell’area di Padiglione Italia.

Un trampolino di lancio importante per la figura di Volta che, in patria, soffre i problemi strutturali di un museo a lui dedicato che continua a perdere pezzi. Dal crollo di tre anni fa, dove a farne le spese è stata una porzione del soffitto del primo piano, alle transenne posizionate venerdì al piano terra per la messa in sicurezza dei visitatori, visto il rischio di nuovi distacchi dell’intonaco, come raccontato su “La Provincia” di ieri. Se le carenze della struttura non presuppongono nulla di buono, vero è che il trampolino di lancio di Astana e manifestazioni come il Festival della luce e le passeggiate voltiane danno fiducia per il rilancio di Volta e del suo Tempio in città e fuori. Ne è convinta Claudia Striato, direttore di Fondazione Volta: «La Fondazione è consapevole dell’importanza del suo ruolo di coordinamento e di promozione culturale e l’attenzione al Tempio Voltiano è grande. Astana e le passeggiate sulle orme di Volta sono un tentativo di portare all’attenzione elementi che possano costituire una base importante in questo processo».

Un processo che richiede una “guida” e che Alessandra Roseo Volta, discendente del grande fisico comasco, identifica proprio nella Fondazione: «Fondazione Volta può svolgere la funzione di guida, per restituire alla città un bene che è della città».

Roseo Volta, auspica una collaborazione fra più attori con pubblico e privato, e l’apporto, importante, dell’università, con lo scopo di ridare vitalità a un luogo che «ora – sottolinea – ha un appeal limitato e che necessiterebbe di ricoprire una funzione museale più trainante».

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