Corda in Svizzera
«Il mio metodo? Vincere»

«Il metodo Corda secondo me alla fine porta dei risultati. Ho vinto otto campionati e non per caso»

Quando si dice “centrare tutti gli obiettivi”: Ninni Corda riparte dal Chiasso, in Svizzera, lontano dalle polemiche che lo hanno riguardato nel calcio italiano, e a due passi da quella che è ormai la sua residenza fissa, vale a dire Como. Una nuova avventura, da direttore generale, per l’uomo che a Como ha vissuto due promozioni (una da allenatore e una da manager), e che a Foggia e a Seregno ha passato momenti, diciamo così, agitati. Ma sempre con l’obiettivo di vincere. A suo modo.

Buongiorno Corda, che ci fa in Svizzera?

Una nuova avventura, da direttore generale. Una cosa stimolante.

Come è nata?

La società ha cambiato proprietà, adesso è in mano a una holding svizzera. Alcuni personaggi che ne fanno parte erano con me a Foggia, ma presto potrebbero entrare anche dei comaschi.

Una maniera anche per stare lontano dal calcio italiano, con tutti i veleni delle ultime esperienze?

Veleni? Guardate che sono stato io a fare causa, per diffamazione a mezzo stampa e per essermi stato impedito di svolgere il mio ruolo. Mi pare che le cose, per chi ha voluto seguire la vicenda, con certi audio venuti allo scoperto, si siano chiarite.

Va beh, anche a Chiasso utilizzerà il metodo Corda?

Il metodo Corda? A me sembra che sia emerso un metodo Seregno. Comunque di questa cosa non parlo, c’è una indagine in corso.

Sì, ma per “metodo Corda” intendiamo quella pressione forte sotto cui lei mette sempre tutti, anche se stesso, per vincere...

Appunto. Il metodo Corda secondo me alla fine porta dei risultati. Ho vinto otto campionati e non per caso. Riconosco che a volte devo stare attento a non esagerare, ma gli anni passano, l’esperienza aumenta e credo che si possa sempre migliorare. Il mio metodo è quello di tirare fuori da tutti, giocatori e staff, il meglio.

Che obiettivi avete?

La squadra adesso è in serie C. L’obiettivo è di riportarla in B, in due anni. Ci sono anche i conti da sistemare. Insomma, ci attende un lavoro importane. Io sono già al lavoro.

Si porterà dietro Anelli e Gentile.

Sì, abitano a Como come me.

E le squalifiche?

Gli mancano poche giornate.

Arriverà anche Felleca?

No. In questo momento si sta occupando di affari immobiliari, non so se poi vorrà rientrare nel calcio. Vedremo.

Altri ex Como interessati?

No, non mi pare. Sono io che vorrei portare Stefano Verga, perché è un entusiasta, uno che trascina, uno positivo.

Ok, ma è appena andato in A con il Como Women.

C’ero alla sua partita decisiva. Un grande risultato, che si merita tutto.

Ma ha problemi con lo stadio.

So che gli hanno offerto un sacco di soldi per i diritti, credo il Monza. Ma per me almeno un anno in A lo fa, ed è giusto così. Dopo averla ottenuta... Se poi deciderà di mollare, comincerò a fargli una corte serrata.

Secondo lei come finirà la storia dello stadio.

Io dico che se ci fosse una giustizia, il Como Women dovrebbe giocare a Como. Se lo meriterebbe e sarebbe anche una bella occasione per la città. Poi il calcio è un business, ognuno è giusto che tuteli i suoi interessi e capisco anche la posizione del Como. A mio vedere l’unico elemento che potrebbe cambiare la situazione potrebbe essere il nuovo sindaco, ma bisognerà vedere se avrà voglia di farlo. Comunque applausi a Verga.

Che dice del Como?

Ha fatto una grande stagione, tutti promossi. C’è un fatto che li frega un po’...

Quale?

Con la stampa che ha sbandierato il patrimonio della proprietà, con il fatto di averla definita la proprietà più ricca del calcio italiano, è normale che adesso la gente si aspetti un salto di qualità. Mica solo i tifosi del Como, anche il mondo esterno. È una cosa con cui dovranno convivere, quella delle aspettative. Anche io mi aspetto una squadra che punti alla A. Ma hanno le spalle grosse, non si faranno influenzare.

D’accordo con la conferma di Gattuso?

E come no? ha raggiunto tutti gli obiettivi. Anche lui si dovrà confrontare con altre aspettative, ma è il mestiere dell’allenatore.

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