Il dono in lire ai padri Somaschi
Cambio in euro solo dopo 4 anni

Per la Banca d’Italia quei soldi erano fuori corso. Il denaro verrà ora usato per le persone in difficoltà

Un aiuto inaspettato per le persone bisognose che segue la parrocchia dell’Annunciata, il Crocifisso. Di punto in bianco sono arrivati 7mila euro inattesi, che, come dice il priore dei padri Somaschi padre Enrico Corti, sono “Provvidenza”. «Perché sono soldi che verranno utilizzati per i fini istituzionali della parrocchia, cioè l’aiuto dei poveri, delle famiglie in difficoltà e soprattutto dei giovani con disagi».

Eppure quei soldi potevano sembrare “carta straccia”, o meglio, denaro fuori corso e non riutilizzabile. Banconote, per un totale iniziale di 16 milioni di lire, buone solo per qualche collezionista nostalgico della vecchia valuta italiana.

All’inizio del 2012 una fedele si era recata dai padri somaschi con 16 milioni e 200mila lire in contanti. Aveva spiegato che quei soldi erano stati nascosti dal marito, che era morto da poco tempo, in una scatola di scarpe e lei li aveva ritrovati per caso. Così aveva pensato di donarli a padre Francesco Redaelli, l’allora priore emerito, sperando che loro potessero cambiarli.

Il problema è che il governo di Mario Monti aveva anticipato la scadenza per convertire le lire in euro dal 28 febbraio 2012 al 6 dicembre 2011, mentre l’istanza di cambio era stata presentata solo il 25 gennaio, cioè nel periodo di “interregno” tra la vecchia scadenza e il nuovo limite fissato. Quindi, sembrava che l’anticipo della scadenza avesse fatto perdere i soldi ai padri somaschi.

L’avvocato Pierpaolo Livio, che ha assistito la parrocchia in questo procedimento, non si è dato per vinto, ritenendo illegittima la decisione dell’allora governo Monti di anticipare la data ultima per il cambio di valuta e aveva presentato una dettagliata istanza. E l’altro giorno è arrivata la decisione della Banca d’Italia, che fortunatamente è tornata sui suoi passi, concedendo ai somaschi gli 8.366,60 euro richiesti. In realtà, però, nelle casse della parrocchia sono arrivati circa 7mila euro, in quanto tre banconote da cinquecentomila lire erano state vendute a un collezionista e i soldi destinati sempre alle attività della parrocchia.

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