«Il mio bar in Svizzera.
Pago meno tasse»

L’esempio di Maurizio Alfano, ristoratore, che ha scelto Chiasso per aprire la propria attività

dopo l’appello del sindaco della città svizzera che invita gli imprenditori italiani a trasferirsi

Per anni Maurizio Alfano, 44 anni, ha lavorato sodo per costruirsi un futuro prima a Lecco, come imprenditore del settore bar-ristorazione, e poi a Como, sempre nel settore ma da dipendente.

Alla fine ha scelto la Svizzera perchè, spiega, da imprenditore in Italia «le tasse erano diventate insostenibili» e, da dipendente con ottima posizione al Castello di Casiglio, a Erba, dopo 5 anni è finito in cassa integrazione «con uno stipendio che – dice – non ho ricevuto per mesi a causa dei ritardi dell’Inps».

Tra Lecco e Como

In pratica, racconta che lui voleva solo lavorare, guadagnare e, in tasse, “pagare il giusto”.

E la decisione di rilevare a Chiasso, dall’aprile scorso, il ristorante-wine bar “AlMancava” è stata rapida: «A 44 anni – dice - nessuno mi riassume anche perchè con le mie competenze costerei troppo. Ho fatto un piano, aiutato e incoraggiato a titolo personale dal mio amico Giorgio Colombo (consulente della Cna, ndr) e ho deciso di aprire un ristorante a Chiasso».

Ci spiega che «per anni, a Lecco, dove continuo ad avere casa, ho mandato avanti prima il locale La Cueva-caffé latino in via Parini e poi il Caffé Cairoli. Una gestione pesantissima dal punto di vista delle tasse. A fine anno – continua - vedevo la giusta soddisfazione dei miei dipendenti quando chiudevano con tredicesima e quattordicesima, a fronte dell’enorme fatica che io facevo per far quadrare i conti dopo aver pagato il Fisco. Così ho venduto il Caffé Cairoli e sono entrato a Casiglio portando un bagaglio di conoscenze e capacità e risollevando, già dopo il primo anno, il fatturato del mio reparto».

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