Legge Valtellina e lungolago
I soldi non erano per le paratie

I 16 miliardi di lire dati a Como

Il progetto non esisteva ancora: fondi contro il dissesto

Le paratie? Sono state fatte in virtù dei fondi ottenuti attraverso la Legge Valtellina (16 miliardi di lire nel 1992). Ma la tesi – ripetuta all’infinito per convincere i comaschi dell’ineluttabilità del progetto – è falsa. O meglio, va ribaltata perché prima sono arrivati i soldi e poi, molto poi, il progetto.

A chiarirlo è chi, allora, si trovava nella stanza dei bottoni e, come si diceva un volta, si è adoperato per portare a casa un po’ di quattrini per il proprio territorio.

L’emendamento che valse il finanziamento straordinario destinato a Como portava la firma di Gianstefano Buzzi, in quegli anni consigliere regionale del Pds e membro del comitato ristretto chiamato a gestire la legge speciale: «Il disastro della Valtellina aveva avuto ripercussioni molto pesanti anche nella nostra città – spiega – ho negli occhi ancora oggi lo scenario del primo bacino invaso dai detriti: bisognava fare qualcosa per Como e decisi di fare qualcosa per finanziare una serie di interventi per mettere in sicurezza il territorio».

I 16 miliardi vennero assegnati al Comune ma non erano finalizzati alle paratie. L’alluvione, è utile a ricostruire il contesto, era di cinque anni prima e provocò in Valtellina 53 morti, migliaia di sfollati, qualcosa come 4mila miliardi di danni.

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