Migliora il ragazzino
ferito dal petardo
Chi glielo ha dato?

Intervento riuscito, ora è in terapia intensiva a Varese: ha perso un dito

Come è finito un “Cobra” nelle mani di un tredicenne? «Assurdo, materiale solo per esperti»

L’intervento è riuscito ma la strada del recupero è ancora lunga. Il ragazzino di 12 anni che si è ferito a una mano con un petardo - l’incidente è avvenuto venerdì pomeriggio al parco Negretti di Rebbio - è ricoverato in terapia intensiva a Varese. All’ospedale di Circolo della città giardino è stato sottoposto a un’operazione di ricostruzione. Ha perso un dito e il recupero funzionale della mano sarà lungo e delicato.

Tante domande aperte

Sono tante le domande ancora senza risposta sull’incidente. Prima di tutto come abbia fatto un oggetto del genere a finire nelle mani di un adolescente. Il petardo “Cobra” , esploso a pochi passi dallo scivolo del parco attorno alle 17.30, non è di libera vendita. Ma non solo: non  è nemmeno un petardo soggetto alle sole restrizioni   legate all’età del potenziale acquirente, ossia non basta essere maggiorenni. Per comprarlo servono specifiche licenze ed autorizzazioni particolari rilasciate dalle autorità. Si tratta infatti di un  petardo di classifica europea F4 che può essere acquistato solo da persone con conoscenze specialistiche e con licenza (art. 47 TULPS) o nulla osta del questore, troppo poco anche il porto d’armi.  Un prodotto - simile a un vero e proprio candelotto di dinamite - che spesso non è  venduto nemmeno nelle armerie. «Non lo vendo - conferma Adriano Parisi dell’armeria di Albate - è  un prodotto per il quale ci vogliono autorizzazioni specifiche sia per la vendita che per l’acquisto e l’uso. Vendo solo materiale autorizzato e legale. È fondamentale commerciare e acquistare solo merce legale e controllata, dotata di tutte le certificazioni».

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