Palazzetto, il nuovo giallo
Il cantiere inizia a smobilitare

Cantù, rimosso il macchinario per le fondamenta e i costruttori non danno spiegazioni. Ultimatum del Comune: «Pretendiamo un chiarimento entro la fine del mese»

L’ultimo ultimatum. Sembra un gioco di parole, ma da scherzare non c’è molto.

La scadenza finale, per la questione palazzetto, potrebbe essere lontana una decina di giorni. Perché se Turra continuerà nel proprio silenzio, l’amministrazione intraprenderà tutti i passi necessari per tutelarsi. Il che si legge risoluzione del contratto.

Nelle scorse settimane sembrava si riaprisse il dialogo tra il Comune e la società di Cazzago San Martino e ai primi di novembre questa aveva presentato le proprie osservazioni al piano di governo del territorio per avere conferme proprio sul futuro della struttura, e in particolare per tutelarsi dall’eventuale concorrenza che il multisala destinato a venire realizzato al suo interno potrebbe avere. Aveva poi dato la propria disponibilità per un pagamento rateale dei permessi di costruzione, e per il nodo relativo ai contributi da erogare alla Pallacanestro.

Ma ovviamente restava da sciogliere il nodo fondamentale, quello relativo alla ripresa dei lavori al cantiere, chiuso da luglio. Nessun segnale è pervenuto in pazzia Parini in questo senso.

Anzi, l’unica notizia arrivata all’assessore alla Gestione del Territorio Vincenzo Latorraca è in senso opposto. Perché dal cantiere è stata rimossa la palificatrice. Ma i lavori sono ben lungi dall’essere conclusi. «Abbiamo verificato che il macchinario è stato portato via – dice -. Abbiamo chiesto al loro legale una spiegazione per questa decisione, ma non ci hanno fatto sapere nulla».

Dopo i due incontri andati in scena con i bresciani, il Comune restava in attesa di verificare che alle belle intenzioni manifestate – mostrando anche il contratto di mutuo da 10 milioni stipulato dopo la concessione alla società del contributo dal credito sportivo - seguissero fatti concreti.

Partendo dalla presentazione della fidejussione bancaria chiesta per concedere un pagamento dilazionato dei permessi di costruzione per la parte commerciale, pronti da ottobre dello scorso e mai ritirati.

Per questo oggi Turra si trova a dover pagare 1 milione di euro, sanzione compresa.Un riavvicinamento che al momento non ha sortito alcun effetto. «A questo punto – conferma Latorraca – attenderemo fino alla fine del mese, dopodiché faremo tutte le nostre considerazioni, per tutelare l’amministrazione». Un proponimento che più volte in questi mesi ha fatto capolino, ma che poi è sempre rientrato. Stavolta, potrebbe non andare così.

«Registriamo tutti i fatti – continua - e di fronte a un’inadempienza palese compiremo i nostri passi. Oggi non ci sono i presupposti per giustificare il perdurare della chiusura del cantiere, visto che non ci sono ostacoli fisici e tutte le criticità sono state risolte. Eppure da luglio è fermo e senza spiegazioni».n

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