Politecnico, via gli ultimi ricercatori
Aule e uffici vuoti: trasloco a Milano

In questi giorni al lavoro nella sede di via Valleggio per il trasferimento

«Spiace ma non bisogna abbattersi». Como riparte da Informatica

Il Politecnico sta facendo le valigie, bisogna ripartire dall’informatica. Questa settimana gli ultimi ricercatori del Polo di Como, per ingegneria civile e ambientale e per il corso di geomatica, hanno fatto scatole e scatoloni e si sono definitivamente trasferiti a Milano, soprattutto nel campus di Bovisa. Computer e scrivanie sono state imballati e incartati, aule e uffici sono ormai vuoti.

«Viene un po’ di tristezza, di sicuro a chi qui ha studiato e lavorato – racconta Marco Pelucchi, un ex studente di ingegneria – e non è giusto che questa grande perdita per la città passi sotto silenzio. Como doveva riuscire a costruire il Campus nel San Martino, come ha fatto Lecco, la scelta invece attraverso il bando di Fondazione Cariplo è caduta su villa Olmo i cui lavori sono fermi, peccato. Spero che il Polo di Como possa resistere e ricominciare».

Dall’1 gennaio il nuovo rettore del Politecnico di Milano sarà Ferruccio Resta, di recente eletto, questo giovane docente di ingegneria meccanica ha annunciato di voler diventare anche pro rettore del Polo di Como. Proprio perché la situazione è delicata, serve un rilancio. «Sicuramente spiace, è un pezzo di università che se ne va – racconta Maria Antonia Brovelli, pro rettrice uscente del Polo di Como – compresa me e i tanti studenti e docenti con cui da tempo lavoro. Insegno qui dal 1994, dal 2000 abito a Como. Cosa succederà in futuro non lo so, arriverà altro, succederà altro, non bisogna fasciarsi la testa. Qui restano gli informatici, il nucleo che ha fondato questo Polo, bisognerà ripartire da loro, ruotare attorno all’informatica». Como ha già detto addio a design, nonostante la nostra provincia è uno dei grandi marchi italiani del legno arredo, ha salutato oltre a geomatica e ingegneria ambientale anche l’importante corso di ingegneria gestionale, tanto voluto dalle imprese del territorio. Ed il territorio, per esempio i vertici di Unindustria insieme alla Fondazione Volta, vogliono presto incontrare il rettore Resta per pianificare una nuova offerta formativa. «Credo però sarà difficile riportare in città corsi come design e ingegneria gestionale – dice ancora Brovelli – ormai sono migrati a Milano, Bovisa è a soli 40 minuti da qui, avrebbe poco senso, i laboratori e le attrezzature nel capoluogo milanese sono troppo più belli e ricchi rispetto a quelli comaschi». Vero è che il Politecnico sul lago ha investito parecchio, ha appena inaugurato una lussuosa sede per universitari, 165 posti letto nella villa La Presentazione di via Zezio. Comunque in città abbiamo ancora l’Insubria, con un polo umanistico in Sant’Abbondio e uno scientifico proprio in via Valleggio. Ma questo ateneo, pur in crescita, non ha spazi e risorse in grado di coprire l’offerta che un tempo era del Politecnico. Ultima informazione di servizio, i riscaldamenti nell’aula Laps di via Valleggio sono fuori uso, l’aula studi perciò resterà chiusa nel periodo natalizio.

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