Porro, emozione e progetti
«Non vedo l’ora di domenica »

«La squadra è carica, e che bello vedere tanta gente allo stadio»

Emozione, tensione. Speranza, anche un po’ di stupore. E la voglia che domenica arrivi il prima possibile. Pietro Porro sta vivendo l’esperienza più forte da quando è presidente del Como.

Partiamo dal pubblico, presidente? Più di cinquemila persone. Ha visto che “basta” vincere per riportare la gente al Sinigaglia?

«Sono rimasto sorpreso. Nel senso che non avrei pensato di vedere così tanto pubblico. È stata un’emozione incredibile, impagabile. E va certamente fatta una riflessione sul fatto che la gente ha ancora voglia di Como. La gente c’è

. Mi viene anche da pensare che se avessimo avuto vicino tutto l’anno un pubblico così forse avremmo fatto anche meglio... Ma l’importante è capire che il Como non ha perso i suoi tifosi. Grazie a chi c’era. E a chi continuerà a esserci».

Benevento c’era un po’ di incoscienza in più. A Matera a questo punto si va con delle aspettative diverse. A questo punto perdere darebbe più fastidio... «

Siamo tutti in uno stato d’animo diverso, è vero. Personalmente sono tesissimo. I ragazzi, la squadra, loro non la chiamano tensione. La chiamano carica. Beati loro che possono sfogarla sul campo... A parte gli scherzi, li vedo concentrati. So che ci credono tantissimo. E ci credo anch’io».

Nonostante in casa non si sia riusciti a vincere? «

Beh, una vittoria ci avrebbe certamente lasciato più contenti. Però siamo comunque nella stessa condizione, noi e il Matera. Dobbiamo vincere per forza. Nessuna delle due è in vantaggio. Li abbiamo visti qui, sono una squadra forte, ma hanno trovato il gol più o meno l’unica volta che hanno tirato in porta. Non ci hanno sovrastato, non ci hanno massacrato. Andiamo e giochiamo. Con l’atteggiamento che ci ha portato fino a qui».

Lei aveva detto prima di Benevento che la società sarebbe stata “riconoscente” all’allenatore, ai giocatori, al ds, a quelli che sono riusciti a ottenere questo risultato... Qualcosa è cambiato? «

Ribadisco quello che ho detto. E che ho anche ripetuto alla squadra dopo la partita di domenica. Se si raggiungerà la serie B l’intenzione è quella di riconoscere a questo gruppo, a chi lo ha formato e a chi lo ha guidato, i meriti di un ottimo lavoro. Quindi, proporre a mister e ds di restare qui. E anche a buona parte della squadra - molti sono in scadenza di contratto, ndr -. Un gruppo che vince e funziona ha bisogno magari di qualche risorsa in più, qualche elemento di rinforzo. Ma non certo di rivoluzioni.

Dunque chi sta giocando per la B ha quantomeno la prospettiva di potersela godere se riuscirà a conquistarla...»

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